Libero
SCIENZA

E se vi dicessimo che i vermi di Agave della tequila, in realtà, non sono vermi?

I vermi che si trovano in determinate marche di tequila e nel mezcal non sono in realtà quello che sembrano ma specie molto diverse

Pubblicato:

Tequila e vermi Fonte foto: 123RF

Una caratteristica che per molti sarebbe disgustosa ma che è invece il tratto distintivo che lo fa apprezzare in tutto il mondo. Il mezcal è uno dei distillati messicani più apprezzati in assoluto, preparato fermentando le piante di agave. Somiglia a una tequila, ma è qualcosa di diverso: inoltre è molto particolare per il fatto che, come avviene per altre bevande del genere, è presente un verme all’interno.

Si tratta del gusano de maguey che ha reso ancora più popolare il mezcal, con la principale diffusione che ha avuto luogo a partire dagli anni Quaranta del secolo scorso. Alcuni ricercatori si sono voluti concentrare proprio sull’animale in questione con uno studio ad hoc che ne ha definito meglio l’identità. I grandi appassionati di tequila e altri distillati potrebbero rimanere delusi.

L’esame delle larve nella tequila

A guidare la ricerca è stato Akito Kawahara, curatore del McGuire Center for Lepidoptera and Biodiversity del Museo della Florida. La pubblicazione è apparsa sulla rivista specializzata “PeerJ Life & Environment”, in cui è stato sottolineato come non sia difficile identificare il tipo di larva. In effetti è sufficiente esaminare con cura la forma della testa. Per arrivare alle conclusioni dell’articolo, è stato necessario effettuare un viaggio in Messico, per la precisione a Oaxaca, il principale centro produttivo di mezcal per diversi secoli. Sono state ammirate dal vivo le distillerie e anche le principali marche del distillato per assicurare il giusto campionamento dei vermi.

Fortunatamente questo prodotto è anche un ottimo conservante, di conseguenza le larve non si sono rovinate o dematerializzate, compreso il loro DNA. I ricercatori sono così riusciti ad estrarre e analizzare con successo il materiale genetico di 18 esemplari. I risultati finali sono stati del tutto inaspettati. Visto che i gusanos de maguey non sono allevati in maniera commerciale, si è subito sospettato che i vermi provenissero da specie diverse e non imparentate. Tra queste ultime vale la pena citare alcune farfalle giganti, note come Aegiale hesperiaris, abituate a deporre le uova sulle piante di agave.

Le caratteristiche degli animali della tequila

Il DNA ha identificato in maniera inequivocabile tutti gli esemplari presi in esame come bruchi delle falene redworm dell’agave. Non si tratta dunque di vermi, ma di esemplari noti anche con il nome di Comadia redtenbacheri. In poche parole si sta parlando di un parassita della pianta molto diverso da quello sempre immaginato. Quello che viene inserito nel mezcal non è altro che un bruco conservato nell’alcol a lungo e che non ha più il suo colore tipico, il rosso, proprio per questo motivo. Di sicuro se ne sa di più su un prodotto molto popolare che è destinato a crescere ulteriormente in futuro.

In base alle ultime statistiche ufficiali, il mezcal dovrebbe veder crescere le proprie vendite di ben 22 punti percentuali nel corso del prossimo decennio. In questo modo i profitti potrebbero superare i 2 miliardi di dollari entro il 2023, cavalcando l’onda di un crescente interesse nei confronti di questi prodotti artigianali. Tra l’altro, il successo di questo prodotto si deve anche a una delle tante differenze con la tequila, vale a dire il fatto che si affida a strutture su piccola scala e nella campagna messicana.

Libero Shopping