Via Lattea, lo strano segnale radio captato nella galassia
Nella Via Lattea sono state captate frequenze radio eccezionalmente lunghe: molte le ipotesi al vaglio degli astrofisici
Un fortunato spot televisivo ha fatto diventare famosissima una povera particella di sodio che all’interno di una bottiglia d’acqua si chiedeva se ci fosse qualcun altro a farle compagnia. Il suo “c’è nessuno?” somiglia tanto alla domanda che si pongono gli astrofisici per quel che riguarda l’universo. La Via Lattea ha riservato agli scienziati una sorpresa molto gradita negli ultimi giorni. Gli esperti del Centro Internazionale di Ricerca della Curtin University di Perth, in Australia, hanno identificato quello che può essere identificato come un vero e proprio “faro” a 4mila anni luce dal nostro pianeta. Di cosa si tratta nello specifico e perché la scoperta è tanto sensazionale?
In pratica, questo particolare segnale radio intercettato nella Via Lattea emette onde a cadenza regolare, sempre con la stessa intensità. Ogni 20 minuti, puntuale come un orologio svizzero, il segnale è stato captato dagli astrofisici: volendo essere ancora più precisi, l’intervallo è di 18 minuti e 18 secondi. I dettagli della scoperta sono stati pubblicati nella celebre rivista Nature e la particolarità sta nel fatto che in precedenza nessuno aveva rilevato lo stesso tipo di onde. Come hanno sottolineato gli scienziati, non è la prima volta che impulsi del genere vengono approfonditi, ma fino ad oggi erano stati molto deboli e soprattutto di breve durata.
Le ipotesi al vaglio
Si sapeva, inoltre, come i segnali radio appena captati nella Via Lattea fossero causati da stelle compatte, meglio note come pulsar. I quasi 20 minuti sono un record assoluto, visto che le precedenti rilevazioni si erano fermate a pochi secondi al massimo, in alcuni casi addirittura qualche millisecondo. Le conclusioni della ricerca sono presto dette: potrebbe essere delle pulsar molto più lente del previsto, anche se non si sta parlando dell’unica ipotesi al vaglio. Il lungo intervallo potrebbe essere stato provocato anche da stelle di neutroni con campi magnetici di grande intensità, le cosiddette magnetar. Nessuno era arrivato a rilevare onde di questo tipo, ma perché esattamente?
Le precedenti scoperte simili
Le prime volte non si scordano mai e quella di cui si sta parlando è di rilevanza assoluta per l’astrofisica e non solo. Gli strumenti finora impiegati sono stati pensati per captare segnali radio nella Via Lattea soltanto con frequenze molto brevi, dunque non sarebbero in grado di focalizzarsi su qualcosa di più lungo. Non vanno sottovalutate nemmeno le interferenze. In effetti, distinguere i vari segnali nell’universo non è semplice e spesso si fa fatica a credere di aver intercettato un oggetto cosmico mai osservato prima. C’è anche un dettaglio curioso che riguarda la sensazionale scoperta scientifica.
Gli astrofisici della Curtin University hanno atteso più del previsto prima di ufficializzare quanto rilevato nella Via Lattea, di cui si scoprono nuovi “pezzi” anno dopo anno. Non si è trattato di una piaggeria o della voglia di darsi delle arie, più che altro la novità ha spiazzato persino questi scienziati. Inizialmente si sono convinti del fatto che un intervallo così prolungato fosse un errore. Poi, dopo i proverbiali pizzicotti per convincersi che era tutto vero, hanno approfondito la questione. A questo punto c’è la speranza di scovare nell’universo altri segnali radio come quelli appena descritti, così da poter concludere che nella galassia non siamo poi così soli.