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Territori a rischio desertificazione in Italia: a cosa andiamo incontro

La desertificazione è un problema italiano, europeo e mondiale: ecco cosa servirebbe per invertire la rotta e perché la nostra alimentazione è in pericolo

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Abbiamo spinto la Terra in una condizione estrema, che peggiora rapidamente. Oltre 1,5 miliardi di ettari di terreno sono da ripristinare, così come più di tre quarti della popolazione mondiale risulta a rischio entro il 2050.

Cifre che giungono dalla Giornata mondiale contro la desertificazione e siccità 2025 del 17 giugno. Un’iniziativa promossa dalle Nazioni Unite. Quest’anno punta sullo slogan: “Ripristinare il territorio. Sbloccare le opportunità”.

Minaccia diffusa

Nessuno può dire ormai che la desertificazione sia un rischio legato unicamente a delle zone remote. Sta diventando un problema diffuso su scala globale. Il tutto in stretta relazione con il cambiamento climatico, considerando le seguenti azioni dannose:

  • pratiche agricole intensive;
  • deforestazione;
  • sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali.

Stando a quanto riportato dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale (Omm), la durata e la frequenza delle siccità è aumentata del 29% dal 2000 a oggi.

Salvataggio estremo e più investimenti

Si stima che più di un miliardo di ettari di terre degradate siano oggetto di impegni di recupero. Il tutto grazie alle iniziative come la Global Land Restoration Initiative del G20. Il bilancio economico però non basta. L’Onu infatti sostiene che servirebbero 1 miliardo di dollari al giorno. Il tutto indirizzato verso investimenti per il raggiungimento dei necessari obiettivi entro il 2030, mentre oggi si arriva appena a 66 miliardi annui (di cui appena il 6% proviene dal settore privato).

Stando alla Carta di Venaria, redatta sotto la nostra presidenza del G7, vi è l’estrema urgenza di dimezzare le terre degradate entro il 2040. A ciò si aggiunge la necessità di rilanciare gli sforzi della Global Soil Health Initiative e del Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici.

Incendi e mancanza d’acqua in Italia

L’Italia si ritrova in trincea. I dati Ispra ed Eswd evidenziano come oltre il 28% del territorio italiano sia a rischio desertificazione. Le condizioni risultano essere particolarmente gravi al Sud, ad oggi. Nel 2024, infatti, la disponibilità idrica è calata del 18% nel nostro Paese, con queste Regioni in prima fila:

  • Sicilia;
  • Sardegna;
  • Puglia;
  • Basilicata.

Realtà in piena emergenza siccità. Gli effetti? Raccolti ridotti, incendi sempre più estesi e falde esaurite. I dati non mentono e nel 2024 i grandi incendi boschivi hanno colpito 16 regioni su 20. Ciò ha provocato la distruzione di una superficie pari a 514 km². Quasi la metà del territorio di Roma Capitale.

La sola Reggio Calabria, per fare un esempio clamoroso, ha perso più di 10 km² di boschi. È pari al 10% dell’intera superficie forestale italiana bruciata. La crisi è però di natura globale. A Kabul, in Afghanistan, le falde si sono abbassate di 30 metri in dieci anni. La città di fatto potrebbe restare senz’acqua entro il 2030. Stando a un report di Mercy Corps, anche le seguenti città figurano tra le più a rischio:

  • Città del Capo;
  • Melbourne;
  • San Paolo;
  • Las Vegas;
  • New Orleans.

Tutto ciò dimostra, ancora una volta, l’urgenza di una risposta concreta ma soprattutto coordinata tra i Paesi. La desertificazione non è più una questione ambientale, ma una minaccia diretta alla sicurezza alimentare, alla salute e alla stabilità economica di miliardi di persone.