Il cinema con l'AI a Hollywood è realtà e ormai lo usano quasi tutti
L’IA è sempre più usata a Hollywood, nonostante i dibattiti: crea video, riduce i costi e apre nuove possibilità, tra entusiasmo tecnologico e timori dell’industria creativa

Appena due o tre anni fa, le tecnologie di intelligenza artificiale generativa applicate al video erano considerate poco più che esperimenti malriusciti. I risultati d’altronde mostravano persone con dodici dita, distorsioni fisiche illogiche, animazioni poco convincenti. Nessuno avrebbe pensato che potessero essere utilizzate seriamente nel cinema, almeno in quella fase. Ma oggi la situazione è cambiata radicalmente. Basta guardare Veo 3, l’ultimo modello video generativo di Google, che ha lasciato molti utenti a bocca aperta per la qualità sorprendentemente realistica dei suoi video. Questo sviluppo tecnologico ha riacceso il dibattito sull’uso dell’IA nel cinema, un tema ormai centrale a Hollywood: si può davvero usare l’IA per creare film? E se sì, cosa comporta tutto questo per l’industria?
La IA è già utilizzata ampiamente nel cinema hollywoodiano
Le domande sono più che legittime ma, a quanto pare, in parte superate. L’IA, infatti, viene già ampiamente utilizzata nel cinema hollywoodiano: anche da chi non lo dice esplicitamente o non prende chiaramente posizione nel dibattito.
Secondo quanto riportato in un recente articolo della NBC News, la presenza dell’IA a Hollywood non è più un’ipotesi futura, ma una realtà concreta e diffusa. Michael Burns, vicepresidente dello studio Lionsgate (famoso per titoli come John Wick e Hunger Games), ha dichiarato durante il Runway AI Film Festival: «Viene usata da tutti, anche da chi non parla del fatto che la sta usando».
Lionsgate ha firmato un accordo con Runway, una delle aziende più avanzate nel settore dell’IA video, per permettere al suo modello di generazione di video di addestrarsi sui contenuti dello studio. L’obiettivo è produrre contenuti di qualità più alta a costi più bassi.
Runway è anche l’organizzatrice dell’AI Film Festival, che quest’anno ha raccolto seimila cortometraggi da tutto il mondo, tutti realizzati (almeno in parte) con strumenti di IA. Nella prima edizione in corti presentati erano stati trecento. Questo dimostra quanto l’interesse e l’adozione di queste tecnologie sia cresciuto nel tempo.
La collaborazione con Lionsgate non è un caso isolato: anche AMC Networks ha stretto un accordo con Runway, utilizzando i suoi strumenti IA per il marketing e per la fase di pre-produzione delle serie TV.
Cosa ne pensano gli addetti ai lavori?
In generale, secondo l’articolo di NBC News, sempre più registi stanno impiegando strumenti di IA in continua evoluzione, e più studios stanno collaborando con aziende di IA per esplorare come utilizzare questa tecnologia nella creazione di contenuti. Nonostante il boom dell’IA nel cinema, però, l’entusiasmo non è unanime.
Molti addetti ai lavori — registi, sceneggiatori, attori — continuano a esprimere timori e riserve. Durante gli scioperi di sceneggiatori e attori del 2023, proprio l’IA era uno dei punti più controversi: si temeva che il lavoro creativo umano potesse essere sostituito o svalutato dalla tecnologia.
Cristóbal Valenzuela, CEO di Runway, cerca di rassicurare: «La storia ha dimostrato più volte che l’industria è in grado di adattarsi alle nuove tecnologie», ha dichiarato, sostenendo che l’IA non cancellerà lavori, ma ne creerà di nuovi.
Elizabeth Daley, preside della USC School of Cinematic Arts, ha affermato che l’IA è ormai presente nei corsi universitari, incluso uno dedicato alla creatività con l’IA. Tuttavia, Daley ha anche sottolineato che secondo lei i creativi devono rimanere al centro del processo.
«Dobbiamo restare nella conversazione e nella lotta, affinché gli strumenti sviluppati siano davvero utili per registi, sceneggiatori, animatori. E questi strumenti, a loro volta, genereranno altri lavori. Senza dubbio», ha dichiarato.