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SCIENZA

Delle tavolette misteriose e antiche hanno rivelato qualcosa di davvero inaspettato

In Turchia è tornata alla luce una lingua sconosciuta. Gli archeologi hanno scoperto alcune tavolette preziose, riportanti un rito religioso

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Nuovo linguaggio scoperto tra le rovine in Turchia Fonte foto: 123RF

Non si smette mai di imparare dal nostro passato e di scoprire nuovi dettagli entusiasmanti. È proprio ciò che è avvenuto tra le antiche rovine in Turchia. Un gruppo di archeologi ha infatti riportato alla luce delle tavolette di argilla, che hanno rivelato una lingua perduta nel tempo.

Una nuova lingua

Nuova e antica allo stesso tempo, in quanto rinata grazie a questa scoperta ma, ovviamente, ben radicata nel tempo. Le tavolette in argilla riportate alla luce sono state individuate dagli archeologi tra le rovine di quella che fu la capitale dell’impero ittita, Hattusa, nota anche come Boğazköy-Hattusha.

Per quanto sorprendente, le tavolette si sono conservate in maniera eccellente. Una delle tante opere ridonate all’umanità in questo sito ricchissimo, da tempo patrimonio mondiale dell’UNESCO. Basti pensare che nel corso degli ultimi 40 anni di ricerca sono state rinvenute quasi 30mila tavolette uniche. La maggior parte di queste con iscrizioni in ittita.

Nuove ricerche però dimostrano come alcune siano scritte in una lingua precedentemente sconosciuta a noi. Va da sé che le nuove scoperte siano soltanto ai primi passi, il che vuol dire non essere ancora in grado di decifrare il significato, scoprendo il senso delle parole trascritte. Stando alle prime ispezioni, però, pare che tale lingua si dirami da altre utilizzate all’interno dell’impero ittita. Il nome di tale lingua è Kalašma.

La storia delle tavolette rinvenute

Per quanto gli ultimi 40 anni di scavi siano stati molto rilevanti, il sito di Boğazköy-Hattusha è attivo da più di 100 anni, sotto la direzione dell’Istituto Archeologico Tedesco. Una fonte incredibile di informazioni storiche.

Le quasi 30mila tavolette ritrovate non sono state ancora lette nella loro interezza. Ciò richiederà ancora numerosi anni. Sappiamo però che garantiscono informazioni dettagliate su quella che è la storia degli antichi, la società del tempo, le tradizioni religiose, l’economia vigente e non solo. Uno sguardo anche a quelli che sono stati i “vicini” degli ittiti.

Una vera e propria finestra sul passato da non poter ignorare per nessuna ragione al mondo. Non manca un elemento decisamente cinematografico e letterario in tutto ciò. Basti pensare al fatto che i ricercatori del Dipartimento di Istanbul dell’Istituto Archeologico Tedesco hanno notato un elemento decisamente particolare al momento del ritrovamento.

Abbiamo tutti visto un film o letto un libro nel quale i protagonisti sottraggono un oggetto da un luogo proibito, sul quale magari pende una maledizione o qualcosa di simile. Come dimenticare La Mummia con Brendan Fraser. Ecco, le tavolette erano poste all’interno di una recinzione, riportanti un testo rituale culturale.

Ad oggi la sottrazione non ha ancora avuto conseguenze. Il professor Daniel Schwemer si è espresso in merito, spiegando come tutto faccia parte di una tradizione ben documentata. In pratica gli ittiti erano soliti registrare alcuni dei propri rituali in lingue straniere. Ecco spiegato perché queste tavolette vantano un linguaggio fino a oggi sconosciuto per gli archeologi e i linguisti impegnati in merito. Riuscire a decifrare queste scritte garantirà, dunque, informazioni preziosissime su lingue poco conosciute del territorio. Un elenco che continua ad ampliarsi, una scoperta dopo l’altra.

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