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SCIENZA

L'asse terrestre si sta spostando e sappiamo perché. Non sono buone notizie

Secondo recenti studi l'asse terrestre si sta spostando e ruota più lentamente: quali sono le conseguenze per l'uomo?

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Nuovi studi stanno dimostrando che lo scioglimento dei ghiacci causerebbe l’allungamento dei giorni e lo spostamento dell’asse terrestre.

Il moto dei ghiacciai verso l’Equatore, per via dell’innalzamento delle temperature medie globali, influenzerebbe la rotazione della Terra. Sarebbe un fattore in grado di ripercuotersi direttamente sui satelliti, i GPS e anche sulle missioni spaziali.

Spostamento dell’asse terrestre e giorni più lunghi

Nessuno avrebbe creduto davvero che i comportamenti umani potessero modificare il clima o, almeno, non in breve tempo. Ciò che è accaduto (e sta continuando ad accadere) negli ultimi anni, sembra smentire proprio queste vecchie convinzioni.

Recenti studi, eseguiti utilizzando dei modelli di intelligenza artificiale basati su leggi fisiche e condotti dal Politecnico Federale di Zurigo, noto anche come EHT, dimostrerebbero che il riscaldamento globale, provocato dall’uomo, e lo scioglimento dei ghiacci, stiano modificando persino la durata delle giornate e l’asse terrestre. Tali cambiamenti possono essere misurati e provocherebbero diverse conseguenze.

I ricercatori, guidati da Mostafa Kiani Shahvandi, hanno spiegato i fenomeni in atto con la legge della conservazione del momento angolare. Negli ultimi 10 anni, la liquefazione dei ghiacciai e delle calotte polari, ha fatto sì che l’acqua aumentasse negli oceani e si redistribuisse verso l’Equatore. È così che tutta questa massa si sarebbe allontanata dall’asse centrale di rotazione della Terra passante per i due poli.

In questo modo, il pianeta finirebbe per ruotare su se stesso più lentamente: in riferimento allo studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, nell’arco del Ventesimo secolo la durata del giorno è aumentata da 0,3 a 1 millisecondo ogni cento anni, per poi accelerare fino a 1,33 millisecondi al secolo dal Duemila. Qualcuno, quindi, già si domanda se la Terra potrebbe smettere improvvisamente di girare.

Le conseguenze

Insomma, non si tratta di dati irrilevanti. Oltretutto, avrebbero effetto diretto su alcuni tipi di strumentazione tecnica, come gli orologi atomici che riferiscono le misurazioni ai sistemi di posizionamento di navi e aerei, ai satelliti prima del lancio e durante le manovre in orbita.

Non solo: la durata del giorno più lunga sembrerebbe avere un’incidenza maggiore dell’attrazione gravitazionale della Luna. Gli studiosi affermano che, se lo scioglimento dei ghiacciai non si arresterà, l’aumento del tempo in una giornata, indotto dal cambiamento climatico, potrebbe raggiungere i 2,62 millisecondi al secolo entro l’anno 2100. In questo modo, tali variazioni saranno a lungo termine e influiranno sul modo in cui calcoliamo il tempo.

Benesikt Soja, professore all’EHT e tra gli autori studi condotti, spiega come, inviando nello spazio una sonda che deve atterrare su di un altro pianeta, sia indispensabile tener conto delle mutazioni nella lunghezza dei giorni perché le proporzioni di un errore di calcolo apparentemente infinitesimale, in realtà, potrebbero diventare enormi. Concretamente, si paleserebbe l’impossibilità di atterrare in un punto stabilito, ad esempio un cratere su Marte.

Il continuo riassetto della distribuzione delle masse d’acqua, influenza anche l’asse attorno al quale gira la Terra. Quest’ultimo non è fisso: si sposta di alcuni centimetri l’anno (o metri per secolo). Ecco che gli effetti dello scioglimento dei ghiacciai si andrebbero a sommare a quelli dei movimenti nella profondità del mantello terrestre, condizionandosi a vicenda.

Ciò significa che il comportamento di miliardi di persone presenti sulla Terra, per oltre un secolo, è stato in grado di variare persino i moti magmatici che danno origine al campo magnetico del nostro pianeta.

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