Crisi climatica, un altro brutto segnale dalle coltivazioni tropicali in Sicilia
Cambia il clima e la Sicilia si adegua: non solo agrumi, dunque, ma anche tanti frutti tropicali, con l'avocado a primeggiare
Uno dei temi più caldi relativi alla Sicilia negli ultimi anni è di certo il clima. Si è parlato tanto di crisi siccità, che ha messo in ginocchio numerose aree e in pericolo il settore agricolo e turistico. Occorre però sottolineare anche altri aspetti della crisi climatica, che evidenziano come gli scenari in Italia, in Europa e nel mondo siano destinati a modifiche radicali. In Sicilia si registra infatti un boom di coltivazioni tropicali. Ecco cosa sta accadendo.
Frutti tropicali in Sicilia
Il clima ha un ovvio impatto sulle coltivazioni nei vari territori. In Sicilia il caldo estremo, con picchi ben più elevati rispetto alla già alta media regionale, ha portato a una gran diffusione di frutti tropicali. In particolar modo è esploso il trend degli avocado.
Da Catania a Palermo, fino a Messina, si stanno moltiplicando gli impianti agricoli convertiti alla coltivazione di avocado. Numerosi ettari di giardini di agrumi sono stati così ridestinati alla produzione di questo amatissimo frutto tropicale.
La tradizione muta e così le arance rosse della Piana di Catania lasciano un po’ di spazio all’avocado. Occorre sottolineare, però, come per la maggior parte a essere ricondizionati, per così dire, sono i limoneti. Una situazione in costante evoluzione, come dimostrano alcuni numeri: +9,9% nell’export per quanto riguarda gli agrumi, un +13,2% per i kiwi e addirittura un +20,9% per la frutta tropicale.
Cambiamento climatico
Il nostro clima va mutando e modifica numerosi aspetti della nostra società. Basti pensare a come cambierà il mercato immobiliare nei prossimi anni, con il Centro-Sud sempre più bollente e il Nord caratterizzato da un clima più mite.
Tutto ciò spinge alla coltivazione di prodotti differenti dalla grande tradizione siciliana, nello specifico. Si pensi che a Palermo si produce il primo caffè 100% siciliano. Ecco le parole dell’imprenditore agricolo e agronomo Nino Scuderi al Corriere della Sera: “Nel 2022 ho deciso di puntare sulla produzione dell’avocado. La mia attività prevalente era e continua ad essere nell’ambito della produzione agrumicola: arance, limoni, mandarini, pompelmo rosa. Nel 2022 ho pensato che poteva essere interessante puntare sulle piante tropicali e in particolar modo sull’avocado”.
Una semplice valutazione di carattere economico e agricolo. L’avocado funziona bene negli areali vocati alle produzioni di limone e, considerando come questo venga spesso colpito da un fungo negli ultimi anni (Mal Secco), si è pensato a un’alternativa per restare in attività.
“L’avocado cresce bene in terreni vulcanici e ha bisogno di acqua di ottima qualità. Per questo motivo ho puntato su Mascali (provincia di Catania). Si trova alle pendici dell’Etna ed è sulla costa ionica”.
Ci si adegua, dunque, alla trasformazione climatica, per non soccombere. Per quanto tutto ciò vada a modificare antiche tradizioni. Una situazione che non è affatto nuova, anzi. Basti pensare a quanto raccontato da un altro noto imprenditore, Giuseppe Mannino: “A Viagrande avevo un impianto di arance clementine, purtroppo non avevano più mercato -malgrado fossero di ottima qualità-. Nel 2012 ho preso la decisione di iniziare a produrre l’avocado in una parte del mio giardino di Viagrande, con buoni risultati. Dato che ha funzionato a Viagrande in seguito ho impiantato altre produzioni di questo frutto tropicale nella Piana di Catania. Si tratta già di diversi ettari, l’obiettivo prossimo è quello di raggiungere gli 8 ettari di avocado”.