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SCIENZA

Qualcosa è uscita da un buco nero: "Mai visto prima"

È successo qualcosa di veramente insolito lassù bel cielo: un buco nero ha espulso una stella, lasciando a bocca aperta gli scienziati che adesso stanno indagando sul mistero

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Lo diciamo davvero spesso, ma in fondo è la verità e val la pena ripeterlo: l’Universo è ancora ricco di misteri che affascinano sia gli appassionati che gli scienziati. Questi ultimi lavorano alacremente per venire a capo di ogni strana anomalia riscontrata nello spazio, e l’ultima in ordine di tempo è davvero interessante: sembra infatti che un buco nero stia espellendo l’energia di una stella inglobata due anni fa.

Senza forzare troppo i termini, gli scienziati parlando di un rigurgito o, per meglio dire, di una sorta di “rutto“. Qualcosa di paragonabile, dunque, a quando noi esseri umani espelliamo dalla bocca i gas presenti nello stomaco, in maniera rumorosa. Ma come mai è così interessante?

Il buco nero e il rigurgito mai visto prima

La spiegazione potrebbe sembrare banale, ma, molto semplicemente, il fenomeno è interessante perché vedere (e sentire) un buco nero che “digerisce” ciò che resta di una stella, rimettendo l’energia (più o meno forte) che la contraddistingue nello spazio circostante è davvero raro. Spiegandoci in maniera molto spicciola, un buco nero è in effetti un corpo celeste devastante, con un campo gravitazionale così intenso che niente, nemmeno la luce, può uscire dal suo interno.

La sua gravità si impone in maniera indiscutibile su qualsiasi altra forza, cosa che per altro lo rende non osservabile direttamente: “avvistarlo” significa, in realtà, rilevare gli effetti che scatena nell’area che lo circonda. Fatte queste premesse dovrebbe essere abbastanza comprensibile lo stupore degli scienziati, che si sono invece ritrovati a individuare questa sorta di “energia in fuga“, sputata via proprio dal buco nero.

La scoperta della stella “ruttata” dal buco nero

La rilevazione dell’energia espulsa dal buco nero è avvenuta per caso: un gruppo di ricercatori del Center for Astrophysics – Harvard e Smithsonian stavano infatti utilizzando il Very Large Array, un potente radiotelescopio, per passare al setaccio diverse dozzine di buchi neri. L’obiettivo, in realtà, non erano i buchi neri ma le stelle che erano state da loro inglobate: gli scienziati volevano infatti analizzarne i frantumi per rilevare i cosiddetti “effetti di interruzione delle maree”.

Invece, ecco il fenomeno insolito: analizzando il buco nero AT2018hyz,  si sono accorti che stava emettendo energia a una velocità insolita. In più, il tipo di energia non si adattava a nulla che gli scienziati avessero mai visto prima, cosa che li ha messi in allarme. Esplorando in maniera più dettagliata, ecco l’altra scoperta: due anni prima AT2018hyz aveva inglobato una piccola stella e, contrariamente a ogni pronostico, la stava ancora “digerendo”.

Le emissioni energetiche del buco nero

Questo comportamento è davvero molto diverso da quello che è stato osservato in passato nei buchi neri, per due ragioni. La prima, come abbiamo già detto, è che generalmente questi corpi celesti non “sputano” via niente. Poi, nelle rare occasioni in cui accade, le emissioni restituite allo spazio si verificano nei momenti immediatamente seguenti (o al massimo nei due mesi successivi) al momento dell’inglobamento e della “masticazione” della stella.

Stando alla ricerca, dunque, questo è il primo caso in cui la velocità della luce della stella può essere associata a questo tipo di deflusso. In più, le emissioni energetiche del buco nero si rivelano un grandissimo indice di conoscenza, ponendosi come la migliore stima sulla potenza e sulle caratteristiche di una stella che, ormai, non esiste più.