Questa canzone del 1989 distrugge gli hard disk dei laptop
Un ingegnere di Microsoft ha condiviso un curioso aneddoto: nel 1989 alcuni hard disk venivano letteralmente distrutti da una hit pop
Tutti i settori e tutte le industrie hanno leggende metropolitane e storie più o meno curiose da raccontare. Non fa eccezione l’industria dell’elettronica, specialmente l’elettronica di consumo che ha avuto una grandissima diffusione negli ultimi 40 anni. Si scopre così, nel 2022, che nel 1989 i produttori di un modello di hard disk per i laptop erano terrorizzati da una canzone pop.
La canzone in questione era “Rhythm Nation” di Janet Jackson, pubblicata all’interno dell’album Rhythm Nation 1814 che ha ricevuto 9 nomination ai Grammy Award. Un successone che ebbe dei contraccolpi imprevedibili sulla salute di alcuni dei primissimi laptop in commercio (che, all’epoca, si chiamavano “notebook“). Lo ha rivelato Raymond Chen, un importante ingegnere software di Microsoft che lavora allo sviluppo di Windows da una ventina d’anni e che ricorda bene l’episodio perché il primo sintomo del problema ai notebook mentre si ascoltava la canzone era un inspiegabile crash di Windows XP. Inspiegabile più del solito.
Perché Janet Jackson rompeva i dischi
Per capire questa vicenda bisogna rispolverare un po’ di storia dell’informatica. Nel 1989 i laptop non erano affatto come li conosciamo oggi: erano dei computer molto più grandi e pesanti (anche oltre i 10 kg) rispetto a quelli di oggi e avevano schermi piccoli e uno spessore elevatissimo (anche oltre i 10 centimetri).
E, soprattutto, avevano dei dischi di tipo magnetico-meccanico perché, semplicemente, i dischi SSD (fatti con i chip di memoria) non erano stati ancora inventati. Questi dischi tradizionali (chiamati HDD, Hard Disk Drive) erano simili a quelli di oggi, formati da tanti “piatti” che giravano grazie a un motore elettrico e con le testine che si spostavano sui piatti per leggere e scrivere i dati.
Il problema di “Rhythm Nation” di Janet Jackson con questi dischi era semplice: alcune frequenze sonore della canzone causavano la risonanza acustica del disco da 5.400 giri al minuto e, di conseguenza, ne provocavano la rottura.
La risonanza è un fenomeno fisico che causa un progressivo aumento della forza applicata all’oggetto “risonante“, che comincia a vibrare sempre più forte e, prima o poi, si rompe. E’ lo stesso fenomeno che causa, ad esempio, la rottura dei vetri di una finestra o dei bicchieri di cristallo quando un determinato tipo di musica viene riprodotto a volume molto alto.
Il problema, una volta individuato, fu risolto dal produttore dell’hard disk che introdusse un materiale per filtrare quelle frequenze e proteggere il disco rigido dalle rotture.
Janet Jackson rompeva anche i server
E’ curioso notare come il post in cui Raymond Chen ha raccontato questa storia abbia poi portato alcuni lettori a condividere altre testimonianze. Uno di questi, che per ovvi motivi ha pubblicato in incognito, ha raccontato di essere stato parte dello staff del primo sito Web di Janet Jackson.
A cavallo tra la fine del vecchio millennio e l’inizio del nuovo, in pieno boom dell’Internet commerciale, il traffico generato da artisti come la Jackson, Eminem e altri cantanti della Interscope Records era talmente tanto alto da produrre diversi Giga solo di file di log, cioè i file in cui si tracciano gli accessi a un server.
All’epoca il sistema operativo usato per i server era Windows NT 4.0 con Microsoft Internet Information Services e non era in grado di gestire tutto questo traffico senza andare frequentemente in crash.