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SCIENZA

Sono arrivate sulla Terra le prime rocce dal lato oscuro della Luna

La Cina ha riportato sulla Terra dei preziosi campioni estratti dall'altra faccia della Luna, quella non visibile. Un risultato storico

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Lato oscuro della Luna Fonte foto: 123RF

A dir poco affascinante il progetto messo a segno dalla Cina, che ha da poco fatto ritorno dalla Luna. Effettuato l’atterraggio nel deserto della Mongolia interna, in totale sicurezza. A far notizia, però, non è questo aspetto, bensì il prezioso contenuto del carico. Si tratta della capsula di Chang’e 6, che ha riportato sulla Terra i primi campioni mai ottenuti dal lato nascosto della Luna.

La faccia oscura della Luna

Non capita tutti i giorni di poter dire che qualcosa senza precedenti è avvenuto. Ciò è ancora più vero se si parla di spazio. La capsula di Chang’e 6, sonda dell’Agenzia spaziale cinese (Cnsa), è tornata sulla Terra dopo aver preso il volo un paio di mesi fa.

Un’impresa riuscita con successo. Sono giunti sulla Terra i primi campioni mai ottenuti provenienti dal lato oscuro della Luna, come viene chiamata l’altra faccia del satellite naturale della Terra, quella che non possiamo vedere. Tutto ciò potrebbe garantirci informazioni preziose in merito all’evoluzione della Luna stessa, così come del Sistema solare.

Ancora una missione “sample return”, ovvero indirizzata a riportare a casa dei campioni da studiare. Era già accaduto con Chang’e 5. Stavolta però, come detto, alla base del progetto c’era una premessa incredibile. In particolare ci si è spinti nell’emisfero meridionale del satellite. Il team cinese ha spedito la sonda nel grande bacino del Polo sud-Aitken. Chang’e 6 si è servita del satellite Queqiao-2 per la missione, lanciato proprio per consentire le comunicazioni tra le missioni lunari e la Terra. Risulta infatti dotato della più grande antenna radio mai spedita al di fuori dei confini del nostro pianeta. Un elemento cruciale e unico nel suo genere, considerando quanto tecnicamente sia difficile raggiungere l’altra faccia della Luna in termini comunicativi.

La ricerca

A dir poco affascinante questo processo scientifico, che potrebbe generare una svolta non di poco conto. L’obiettivo era quello di raccogliere e portare a casa circa 2kg di regolite. Il tutto sfruttando uno strumento che potremmo definire un lontano parente di un trapano. A ciò si è aggiunto un braccio meccanico. Sono inoltre state scattate delle foto della missione storica, al fine d’avere quante più informazioni possibili sulla faccia nascosta.

Il materiale è stato posto all’interno di una particolare capsula, progettata per resistere alle elevatissime temperature raggiunte nel corso del rientro nella nostra atmosfera. Una volta raccolto, il prezioso materiale è stato condotto in un laboratorio di Pechino. Qui verrà sottoposto a delle analisi. Si spera ovviamente di poter ottenere delle informazioni innovative sulla geologia della Luna e la quantità d’acqua che potrebbe contenere il satellite. Si mira inoltre a evidenziare potenziali differenze tra la faccia a noi visibile e quella celata.

Un primato incredibile per la Cina, unico Paese al mondo a essere atterrato su questo lato lunare. Un lungo processo, che ha visto il lancio di Chang’e 4 nel 2019, mentre Chang’e 5 è stato lanciato nel 2020. Il programma però non avrà di certo fine così. Già programmate le missioni Chang’e 7 e 8, previste rispettivamente per il 2026 e il 2028. Si getteranno le basi per quella che sarà la International Lunar Research Station. Una base lunare alla quale parteciperanno anche Russia, Venezuela, Pakistan e Sud Africa.

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