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Sì, la Cina ha lanciato un razzo senza equipaggio verso il lato nascosto della Luna

La missione della Cina sulla Luna non ha precedenti. La NASA resta indietro e la sonda senza equipaggio promette una rivoluzione

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Razzo senza equipaggio Fonte foto: 123RF

Sappiamo che a marzo l’agenzia spaziale cinese ha lanciato un satellite che consentirà le comunicazioni con il lato nascosto della Luna. L’area dove normalmente non arrivano segnali radio. La missione consentirà di riportare dei campioni di terreno dal “lato oscuro”. Qualcosa che non ha precedenti nella corsa allo spazio, da 60 anni a oggi.

Come procede la missione

Il lancio non poteva andare meglio, con Chang’e 6 che vola in direzione della Luna con i suoi pannelli solari, posti come ali, ben spiegati. Una missione ambiziosa, a dir poco, dovendo atterrare sul lato nascosto della Luna, così da prelevare campioni di suolo. L’obiettivo è quello di riportarli sulla Terra per analizzarli.

Un’impresa mai realizzata in precedenza. Fino a oggi sono stati prelevati unicamente campioni sul lato visibile del satellite. Ci si ritrova a confrontarsi, di fatto, con una nuova sfida tecnica. Nessuno può dire quali potranno essere le risposte ottenute da tutto ciò.

L’atterraggio sulla Luna

Questo non è il primo esperimento, anzi. In precedenza la China National Space Administration aveva già condotto una missione preparatoria, per così dire, suddivisa in due momenti. La prima volta si è operato per raggiungere il lato nascosto della Luna con una sonda priva di equipaggio. La seconda volta, invece, si è lavorato per raccogliere materiale sulla parte visibile del satellite.

L’ultima missione, invece, è totalmente incentrata sulla faccia oscura della Luna. Una sonda priva di equipaggio dovrà non soltanto raggiungere l’area, stavolta, bensì operare con successo la raccolta di campioni e, ovviamente, tornare senza danni.

Per facilitare il tutto, rendendo possibili le connessioni radio, è stato lanciato in precedenza Queqiao-2, ovvero un satellite che orbiterà intorno alla Luna. La sua funzione sarà quella di consentire le comunicazioni anche quando la sonda Chang’e 6 sarà nell’area oscura.

Partita dal Wenchang Space Launch Site dell’isola di Hainan, la sonda impiegherà 57 giorni per completare il suo viaggio. Al termine di tale periodo Chang’e 6 (nome di una divinità che viaggiò verso la Luna) atterrerà sul cratere Apollo, posto nei pressi del polo sud lunare, dal diametro di 537 chilometri.

Il progetto prevede la raccolta e il ritorno di circa 2 kg di campioni. Se tutto ciò dovesse andare per il meglio, si tratterà di una prima volta assoluta. Soprattutto sarà un vantaggio dell’agenzia cinese nei confronti degli altri Paesi nella mai terminata corsa allo spazio. Allo stato attuale, gli Stati Uniti arrancano alle spalle, con la seconda missione Artemis rinviata prima al 2023 e poi al 2025 (era prevista inizialmente tra il 2019 e il 2021), e non si esclude una nuova riprogrammazione.

Come se non bastasse, la Cina avrà la collaborazione della Russia nella realizzazione di una stazione di ricerca lunare. A bordo inoltre Chang’e 6 vanta più bandiere, con strumentazioni da tutto il mondo, compresa l’Italia.

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