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SCIENZA

Potrebbe esserci una città sommersa in Sicilia, la scoperta nel mare Mediterraneo

Un'antica città sommersa scoperta al largo della Sicilia? Potrebbe trattarsi di Telepylos, risalente a 12.000 anni fa, ma non mancano i dubbi degli scienziati

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Sicilia, una città sommersa Fonte foto: studio di André Chaisson

La Sicilia è una terra di misteri e leggende, che ha ancora tanto da svelare. L’ultima teoria riguarda una metropoli di 12mila anni fa, sommersa al largo della splendida isola. Un’affascinante ipotesi ancora tutta da comprovare.

Una città sommersa

Di certo sta facendo discutere l’ipotesi di un’antica metropoli sommersa al largo della Sicilia. Risalirebbe al 10.000 a.C. e sarebbe situata nei pressi di Portopalo. I primi dati batimetrici analizzati evidenzierebbero una struttura regolare, dalle dimensioni notevoli. Non è da escludere che possa trattarsi di una città portuale poi sommersa. Al momento, però, non si va oltre un’affascinante ipotesi, che richiederà numerose verifiche scientifiche e, ovviamente, una spedizione subacquea in loco per poter ottenere conferme.

La notizia è tornata nuovamente in auge grazie a quanto pubblicato dall’ingegnere civile André Chaisson, grande appassionato di civiltà perdute. Ha analizzato i dati di batimetria marina e realizzate delle mappe dei fondali. Il risultato? Una struttura di grande regolarità che lui ha interpretato come la sagoma di una città antica, con tanto di porto, mura e canali.

Come spesso accade, però, guardiamo al di fuori dei confini e ignoriamo quanto avviene in Italia. Da anni ormai il Dr. Luigi Usai sostiene tale tesi, i cui risultati sono stati pubblicati anche sul Dataverse dell’Università di Harvard. Dal 2021 a oggi non ha mai smesso di sostenere questa ipotesi, in attesa che un’effettiva operazione in mare possa finalmente confermare quanto sostenuto con dovizia di particolari.

L’antica Telepylos

La presunta città sommersa al largo della Sicilia sarebbe a circa 130 metri di profondità, così come a circa 40 km dalla costa meridionale dell’isola italiana. Precisamente nei pressi della scarpata siculo-maltese.

La struttura ha una misura di 17,64 km in lunghezza e 4,41 km in larghezza. Dimensioni notevoli per il tempo. Secondo l’ingegnere, sarebbe altamente improbabile che una formazione naturale abbia misure che siano multipli esatti di unità antiche di misura (conversione in stadi). Un elemento che supporterebbe la sua tesi.

Un altro dettaglio molto importante, stando alle mappe batimetriche, è la presenza di un canale lungo 51 km e largo 500 metri, che circonderebbe la città, elevandosi di circa 50 metri rispetto al livello circostante. Una struttura che suggerirebbe una configurazione difensiva, con accesso dal mare che conduce a un porto.

La città potrebbe essere Telepylos, mitica area urbana dei Lestrigoni, citata nell’Odissea. A supporto della datazione, per ora ipotizzata intorno al 10.000 a.C., viene invocato l’innalzamento del livello del mare, al termine dell’ultima era glaciale. Ciò potrebbe aver causato la sommersione progressiva della struttura.

Alcune mappe geologiche del periodo pre-interglaciale, mostrano inoltre come quella zona fosse unita alla Sicilia da una lingua di terra. Ciò rafforzerebbe l’idea che potrebbe trattarsi di un insediamento costiero.

I dubbi

Una storia decisamente suggestiva ma ancora tutta da provare. Non mancano gli scettici, ovviamente. Il dubbio chiave riguarda la possibilità che questa "città" non sia altro che un artefatto batimetrico, ovvero un’immagine generata non da una reale struttura fisica ma dagli strumenti e dalle tecniche di elaborazione dati.

Altra critica importante è poi rivolta al metodo di Chaisson, accusato di selezionare unicamente dati a sostegno della propria tesi, ignorando quelli che potrebbero contraddirla. Un approccio che rischia di minare l’obiettività, ovviamente.