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SCIENZA

SOS Clima, il caldo pazzesco spacca il ponte: immagini incredibili

Le immagini di un ponte che si spacca per il forte caldo sono inquietanti, ma sono solo l'ultimo campanello d'allarme che il nostro pianeta ci invia

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Mai come quest’anno le temperature da record stanno rendendo evidente quanto la nostra Terra e i suoi ecosistemi siano in pericolo e ci stiano mandando segnali d’allarme molto chiari. Siccità, incendi, scioglimento dei ghiacci: se questo non ci bastasse, ora sono anche gli oggetti costruiti dall’uomo ad attirare la nostra attenzione. Come il ponte a Quanzhou, in Cina.

Il caldo che rompe i ponti

Dalla costa centro-meridionale della Cina arriva un video molto inquietante: siamo nella regione del Fujan, davanti all’isola che il governo cinese chiama Taiwan. In particolare nella gigantesca città di  Quanzhou, con i suoi sette milioni di abitanti e le sue temperature costantemente sopra i 40°, in questi giorni.

Siamo nella periferia della città, dove a causa del forte caldo un ponte sui campi si è sollevato, si è crepato, e poi si è rotto, senza però crollare. Gli abitanti di quei quartieri hanno raccontato la storia del loro ponte: era stato costruito negli anni Novanta, trent’anni fa, dopo una raccolta fondi. Ma non erano stati fatti lavori a regola d’arte: la strada, fatta con materiali in parte scadenti, era stata “appoggiata” sui pilastri in cemento. Un mix, quello di materiale non di qualità, tecniche non moderne e temperature altissime, che avrebbe potuto causare danni molto maggiori. Il video è stato postato sui social network cinesi, e le immagini inquietanti hanno fatto il giro del mondo molto velocemente.

Le conseguenze delle temperature alte

Ma quello del ponte di Quanzhou è solo l’ultimo dei campanelli d’allarme che per troppo tempo sono passati inosservati. Questa estate invece ci sta mandando segnali che non possiamo ignorare.

A partire dalla siccità, che ha colpito tutto il mondo: dall’Italia, con antiche rovine riemerse dal Po e soprattutto dal Tevere, alla Spagna, dove si è ritirata una diga artificiale ed è ricomparso il villaggio che era stato sommerso, agli Stati Uniti, dove i parchi nazionali sono in difficoltà.

Ci sono gli incendi, che solo in Europa hanno completamente bruciato una quantità di terreno pari alla superficie del Molise, e con cui ancora si combatte ogni giorno. I record per le temperature più alte sono stati infranti ovunque: per la prima volta i termometri del Regno Unito hanno superato la soglia storica dei 40°, in una nazione che non è preparata a questo caldo.

E poi continua a essersi l’annoso problema dello scioglimento dei ghiacci, sia di quelli alpini che di quelli ai Poli. Il primo caso è tragico: è ancora fresca nella memoria di tutti la disgrazia sulla Marmolada, dove undici persone sono morte schiacciate da un pezzo di ghiacciaio che si è staccato dalla montagna. Il secondo, lo scioglimento dei Poli, è meno evidente, ma ancora più pericoloso: dal Polo Nord e dal Polo Sud arrivano ogni giorno notizie preoccupanti, che lo sono ancora di più per le persone che vivono sulle città costiere: per loro si prospetta un futuro di inondazioni o addirittura sott’acqua. Un piccolo stato insulare si è portato avanti, e ha deciso di costruire la sua prima città galleggiante.

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