Sì, c'è un continente che si sta "spaccando" in due: cosa sta succedendo
L'Africa sta subendo un'evoluzione geologica molto particolare, visto che in un futuro molto lontano si dividerà in due blocchi distinti
Un continente di cui spesso è impossibile non innamorarsi, come ben riassunto nella celebre canzone che ha reso famoso il gruppo rock Toto: “Africa” parla dei sentimenti provati da un uomo per questa terra che però è destinata a vivere una sorte geologica particolare. Tutti conoscono la forma del continente stesso che però presto potrebbe cambiare.
Le ultime informazioni parlano di una vera e propria spaccatura, una divisione lenta e progressiva in due blocchi. Lo scenario che si sta profilando, stando a quanto riferito dagli esperti, sarebbe incredibile, almeno per come siamo abituati a vedere la Terra oggi. Quando accadrà di preciso tutto questo?
Come sarà l’Africa del futuro
Qualsiasi evento che si verifica in geologia non è ovviamente immediato e la situazione che vede come protagonista l’Africa non è da meno. Serviranno milioni di anni prima che il continente si separi davvero, dando vita a un oceano nuovo di zecca. Volendo essere ancora più precisi, le masse che si staccheranno saranno quella orientale e il resto della territorio. Non è comunque un fenomeno casuale. Proprio in corrispondenza del continente in questione, infatti, si trova la cosiddetta EARS. La sigla identifica l’East African Rift System, una zona attiva di rift o meglio una spaccatura che ha cominciato a svilupparsi tantissimo tempo fa.
L’EARS ha iniziato a formarsi all’inizio del Miocene, cioè tra i 25 e i 22 milioni di anni prima dei giorni nostri: le due placche tettoniche sono note come “somala” e “nubiana” e si muovono a una velocità di circa 7 millimetri ogni anno, dunque qualcosa di impercettibile. La stessa spaccatura del sottosuolo attraversa varie nazioni, come ad esempio l’Etiopia, il Kenya, il Congo e il Mozambico. Gli ultimi aggiornamenti ufficiali sulla divisione del continente in due blocchi risalgono al 2004, ma la situazione viene monitorata di continuo. Se potessimo vedere il mondo futuro rimarremmo con tutta probabilità sotto shock.
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Le placche tettoniche sotto l’Africa
Bisognerà “attendere” 5 o al massimo 10 milioni di anni, poi l’EARS produrrà i suoi risultati più concreti, spezzando di fatto in due l’Africa. L’oceano che nascerà è invece difficile da ipotizzare a così tanta distanza temporale, si sa soltanto che lo specchio d’acqua finirà per tagliare fuori la parte orientale del continente. D’altronde la Terra attuale è a sua volta completamente diversa rispetto a quella di milioni di anni fa, il risultato dell’azione delle placche tettoniche. Sono diverse le teorie che hanno provato a spiegare l’evoluzione geografica del continente africano, molte delle quali in forte contrasto tra loro.
Cinquant’anni fa si parlò dell’EARS come di un rift non provocato da un’attività tettonica, bensì dalle differenze della densità della crosta. Il mantello terrestre, secondo questa visione in voga a partire dai primi anni Settanta del secolo scorso, sarebbe stato deformato da un super pennacchio. Studi successivi hanno poi permesso di accantonare questa visione in favore di quella che vede la tettonica e l’insieme delle attività legate al magma interagire tra loro. In poche parole, la litosfera (la parte solida e inorganica della Terra) si sarebbe assottigliata provocando un’intensa attività vulcanica, responsabile a sua volta della spaccatura del sottosuolo.