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Decifrati segni sconosciuti: la scoperta dell'Università di Bologna sulla scrittura antica

Decifrati segni sconosciuti dall'Università di Bologna: la scoperta influirà nella ricostruzione della nascita ed evoluzione della scrittura

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Decifrati segni sconosciuti Fonte foto: 123RF

Decifrati segni sconosciuti nella scrittura degli antichi popoli mesopotamici che potrebbero aiutarci a comprendere meglio l’origine della comunicazione.

L’incredibile scoperta è stata possibile grazie alla cooperazione di un team di esperti e all’Università di Bologna.

Lo studio sulla scrittura mesopotamica

L’Università di Bologna ha recentemente svelato una scoperta che illumina le origini della scrittura in Mesopotamia, rivelando un legame diretto tra antichi simboli incisi su cilindri di pietra risalenti a circa 6000 anni fa e i segni della scrittura proto-cuneiforme, un sistema nato nella città di Uruk, nel sud dell’attuale Iraq, intorno al 3000 a.C.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Antiquity, è frutto del lavoro di un team di studiosi composto da Kathryn Kelley, Mattia Cartolano e la professoressa Silvia Ferrara del Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica dell’Università di Bologna.

Il cuore della scoperta risiede nell’individuazione di corrispondenze tra i motivi presenti su questi sigilli cilindrici e alcuni dei segni proto-cuneiformi usati a Uruk, un sistema di comunicazione considerato come una delle forme più antiche di scrittura, caratterizzata da centinaia di piccole figure, molte delle quali non sono ancora state decifrate.

Grazie alla ricerca, gli studiosi hanno potuto confrontare in modo sistematico le immagini sui sigilli con i segni proto-cuneiformi, cercando di capire in che misura i disegni presenti su questi strumenti cilindrici abbiano influenzato l’evoluzione del sistema di scrittura in Mesopotamia.

La città di Uruk, infatti, rappresentava un centro fondamentale della civiltà, la cui influenza si estendeva dalla stessa Mesopotamia fino all’Iran sudoccidentale e al sud-est della Turchia. In quest’area, i sigilli cilindrici svolgevano un ruolo chiave: realizzati prevalentemente in pietra, si trattava di oggetti incisi con tratteggi da imprimere su tavolette di argilla, lasciando un’impronta precisa del motivo scolpito. A partire dalla metà del IV millennio a.C., i sigilli cilindrici non erano più semplici decorazioni, ma strumenti per la gestione contabile: utilizzati per registrare la produzione, lo stoccaggio e il trasporto di beni, si dimostrarono essenziali per tracciare il movimento di prodotti agricoli e tessili.

Antichi segni decifrati e invenzione della scrittura

Sebbene fosse già noto un collegamento tra i sigilli e l’emergere della scrittura, la relazione specifica tra le immagini sui sigilli e i simboli proto-cuneiformi non era mai stata esplorata in profondità.

Il team dell’Università di Bologna ha cercato di comprendere come e quanto i motivi incisi sui cilindri abbiano influenzato l’invenzione della scrittura stessa. Tale legame diretto, emerso attraverso l’analisi dei disegni e dei simboli, potrebbe essere la chiave per comprendere meglio la nascita e lo sviluppo dei segni proto-cuneiformi, che rappresentano la prima forma di comunicazione scritta complessa.

I risultati della ricerca dimostrano che i disegni sui sigilli rappresentavano significati che vennero, in seguito, integrati nel sistema proto-cuneiforme. Ogni motivo inciso, infatti, sembrava possedere un valore simbolico o peculiare che, con il passare del tempo, si trasformò in un tratto scritto.

Il processo di trasferimento del significato dai sigilli alle tavolette d’argilla è rivelatore di una transizione culturale e tecnologica fondamentale, in cui le immagini cominciarono a rappresentare concetti concreti e astratti, segnando un primo passo verso una forma di scrittura vera e propria.

L’innovazione della ricerca bolognese sta nella metodologia adottata: gli studiosi hanno confrontato minuziosamente le incisioni sui sigilli con i segni proto-cuneiformi per evidenziare non solo somiglianze grafiche ma anche connessioni simboliche. Tale approccio ha permesso di evidenziare una continuità tra le immagini utilizzate per scopi contabili e la scrittura primitiva, suggerendo che l’invenzione della calligrafia non avvenne in modo improvviso, ma si sviluppò gradualmente da simboli già esistenti, con un preciso significato pratico.

La scoperta, quindi, non solo aggiunge una nuova prospettiva alla comprensione dell’origine della scrittura in Mesopotamia, ma offre anche un metodo sperimentale per decifrare simboli ancora oggi enigmatici. Grazie all’analisi dei motivi iconografici sui sigilli cilindrici, i ricercatori sperano di svelare il significato di molti segni indecifrati, arricchendo la conoscenza in materia di comunicazione scritta antica.

Chissà, molti altri simboli preistorici potrebbero contenere significati simili e un’analisi approfondita delle incisioni su diversi manufatti sarebbe in grado di rivelare ulteriori informazioni sull’evoluzione del sistema di scrittura che tutti oggi conosciamo e usiamo.

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