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Il diritto alla riparazione è entrato in vigore: cosa cambia

Dal 30 luglio entra in vigore, in Europa, il nuovo diritto alla riparazione di elettrodomestici e dispositivi elettronici. Ecco cosa prevede

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riparazione condizionatore Fonte foto: Shutterstock

A partire dal 30 luglio 2024 è in vigore la nuova Direttiva Europea sul diritto alla riparazione che, se verrà applicata in modo efficace, cambierà molto il mercato dell’elettronica di consumo dando ai consumatori il diritto ad una riparazione a “prezzo ragionevole“, e con tempi certi, dei device acquistati.

Diritto alla riparazione: cosa prevede

I dispositivi per i quali è previsto il diritto alla riparazione sono praticamente tutti quelli di largo consumo. Ecco una lista di prodotti, non completa:

  • smartphone
  • tablet
  • televisori
  • aspirapolvere (anche robot)
  • monitor
  • PC desktop
  • laptop
  • lavatrici
  • asciugatrici
  • lavastoviglie
  • forni
  • frigoriferi
  • freezer
  • condizionatori

Tutti questi dispositivi, e molti altri, dovranno essere riparabili ad un prezzo “ragionevole“. Con questo termine si intende un prezzo sufficientemente basso da rendere la riparazione più conveniente della sostituzione del prodotto.

Anche i tempi di riparazione dovranno essere ragionevoli e, durante la fase di lavorazione, il brand potrà offrire un prodotto sostitutivo all’utente. Ma non sarà obbligata a farlo.

L’utente dovrà essere informato subito sui tempi e sui costi della riparazione e il preventivo del costo dovrà essere mantenuto per 30 giorni.

Infine, il produttore del dispositivo dovrà permettere all’utente la riparazione fai da te, fornendo anche le opportune informazioni e, se necessario, i kit di riparazione.

Diritto alla riparazione: quando diventa effettivo

La direttiva UE sul diritto alla riparazione è stata approvata ad aprile ed è entrata in vigore in Europa il 30 luglio, ma ciò non vuol dire che sia già realmente operativa.

Gli Stati membri dell’UE, Italia inclusa, hanno due anni di tempo per trasferire la nuova direttiva nel loro ordinamento nazionale. Ciò vuol dire che, se il Parlamento non darà precedenza a questa norma, il diritto alla riparazione arriverà in Italia solo nel 2026.

Trattandosi di una normativa che favorisce molto i consumatori, non stupisce il fatto che le associazioni dei consumatori stiano già chiedendo a gran voce un recepimento veloce della direttiva in Italia, tramite apposita legge ordinaria.

Riparare conviene sempre

Il diritto alla riparazione ha un grandissimo senso, sia economico che ambientale. Le stime ufficiali della UE parlano, infatti, molto chiaro: sostituire i device danneggiati, invece di ripararli, costa ogni anno circa 12 miliardi di euro (in tutta Europa).

Inoltre, per produrre dispositivi nuovi in sostituzione di quelli riparabili, si consumano 30 milioni di tonnellate di materie prime e, per lo smaltimento dei prodotti danneggiati, si generano 35 milioni di tonnellate di rifiuti.

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