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SCIENZA

I funghi parlano tra loro una lingua molto simile alla nostra

Attraverso le ife, i funghi inviano catene di impulsi elettrici che ricordano il modo di comunicare degli esseri umani, per segnalare rischi o fonti di cibo

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I funghi parlano tra loro una lingua molto simile alla nostra Fonte foto: 123RF

Ogni tanto, quando pensiamo alle forme di vita che abitano il pianeta, ne dimentichiamo una molto importante: ci sono la flora, la fauna, gli organismi unicellulari, i batteri. I funghi, spesso, passano inosservati.

Eppure sono esseri viventi molto affascinanti, resilienti e che, a quanto pare, sono in grado di comunicare in un modo simile a quello umano.

Il linguaggio dei funghi

Crescono a terra, sui tronchi degli alberi e nei cadaveri di altre creature viventi: in ogni caso, i funghi hanno bisogno delle radici per sopravvivere. E attraverso queste lunghe strutture filamentose sotterranee – che si chiamano ife e ricordano le cellule nervose umane – i funghi trasmettono l’un l’altro impulsi elettrici che portano informazioni.

Uno studio ha anche dimostrato che la frequenza di invio di questi impulsi aumenta quando le ife che si occupano della digestione del legno entrano in contatto con tronchi o rami: secondo i ricercatori i funghi utilizzano questo “linguaggio” elettrico per condividere informazioni sul cibo con la casa madre o con altre diramazioni, o addirittura con individui terzi.

I funghi parlano come gli uomini

L’analisi matematica di questi segnali elettrici ha identificato dei modelli che hanno una somiglianza strutturale sorprendente con il discorso umano. Questo studio è stato condotto dal professor Andrew Adamatzky del laboratorio di informatica non convenzionale dell’Università dell’Ovest dell’Inghilterra, a Bristol, che ha analizzato i modelli di picchi elettrici generati da quattro specie di funghi – enoki, split gill, ghost e caterpillar. Lo ha fatto inserendo alcuni minuscoli microelettrodi in superfici colonizzate dal loro mosaico di fili di ife.

La ricerca, pubblicata recentemente sulla rivista scientifica Royal Society Open Science, ha scoperto che i momenti in cui le ife sono più chiacchierone sono spesso raggruppati in lunghe “code”, quasi che fossero discorsi fatti di una cinquantina di parole. La distribuzione di queste catene è molto simile a quella del linguaggio umano. In particolare, la specie split gill – che cresce sul legno in decomposizione – ha generato le “frasi” più complesse di tutte.

Probabilmente queste onde di attività elettrica esistono per tenere insieme l’identità del fungo – come fanno i lupi che ululano per tenere compatto il branco – o per segnalare nuove fonti di cibo e di pericolo ad altre parti del fungo, ad altre ife, che magari si trovano molto lontano. Un comportamento simile è stato studiato anche in alcune specie di pesci.

“C’è anche un’altra opzione, e cioè che non stiano comunicando nulla“, ha piegato Adamatzky. “Le punte del fungo in propagazione sono elettricamente cariche e quando passano in una coppia di elettrodi differenziali viene registrato un picco nella differenza di potenziale”. Ma qualunque sia il loro significato, non sembrano essere casuali.

Ma altri scienziati restano dubbiosi, e hanno bisogno di ulteriori prove che dimostrino questa tesi. Non è la prima volta che comportamenti simili sono stati individuati nelle reti di funghi: è successo per i nutrienti, che vengo trasportati a pulsazioni causate dalla crescita dei funghi, che si allungano per cercare cibo.

In ogni caso, la ricerca sui funghi continua: anche perché a quanto pare sono uno dei materiali del futuro, anche in campo astronomico.

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