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SCIENZA

Quanto è davvero pericolosa l'eruzione del vulcano in Islanda: dovremmo preoccuparci?

Quarta esplosione in Islanda. Il vulcano ha aperto una faglia lunga quasi 4 km: ecco le prospettive e i pericoli possibili per i locali e i turisti

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Vulcano in Islanda Fonte foto: ANSA

Alla fine è successo, l’esplosione del vulcano in Islanda è avvenuta. Il tutto nei pressi della cittadina di Grindavik, da tempo messa in allarme. La lava è fuoriuscita dalle fessure, minacciando non soltanto il centro abitato, ormai deserto, ma anche una centrale elettrica.

Questa è in realtà la quarta eruzione avvenuta in Islanda in questa fase, dopo le prime tre sostanzialmente sicure. Ciò perché avvenute in una zona remota, nella penisola di Reykjanes. La quarta era prevista da settimane e ha generato un grave stato d’allerta.

La quarta eruzione

L’eruzione del vulcano islandese, la quarta e più complessa per posizionamento, è avvenuta alle ore 22.00, locali, il 18 dicembre. Si è aperta una fessura lunga quasi quattro km. Il terreno nell’area nord-est della città di Grindavik si è squarciato, lasciando fuoriuscire grandi quantità di lava nel cuore della notte.

Per quanto sia stata una manna per i fotografi, occorre fare i conti con delle problematiche concrete e molto serie. L’evento è ancora in corso e potrebbe avere imprevedibili conseguenze. Il sismologo dell’Università d’Islanda, Tom Winder, ha spiegato come la fessura si sia aperta nell’area peggiore possibile. L’eruzione durerà giorni, ma non si esclude possa proseguire per settimane o mesi, con differenti intensità. La lava potrebbe evitare del tutto la città o divorarla.

Nel pomeriggio del 19 dicembre l’intensità è diminuita e la roccia fusa ha interrotto la sua corsa verso Grindavik. Gli scienziati però non hanno affatto tirato un sospiro di sollievo, perché tutto può cambiare rapidamente. È ancora ampiamente una crisi attiva, hanno spiegato.

Proviamo a guardarla dal nostro punto di vista, quello dei turisti di fatto. C’è un pericolo di cui tener conto? La capitale Reykjavik è distante circa 40 km. Non c’è dunque un rischio per i suoi abitanti e visitatori. Trattandosi di un’eruzione di tipo fessurativo, inoltre, non ci sono grandi esplosioni di gas e lapilli. Tutto sereno, dunque, anche sul fronte dell’aeroporto

Una nuova fase

L’Islanda è un vero e proprio puzzle di vulcani. Una terra tanto affascinante quanto complessa e pericolosa. Ogni sezione presenta uno stile vulcanico differente, il che non aiuta di certo sul fronte della prevenzione. La “specialità della casa”, per così dire, è però di certo l’eruzione di tipo fessurativo, come quella che sta avvenendo, con la lava che sgorga dal terreno.

I documenti storici riportano come tra il 1210 e il 1240 si siano verificate sporadicamente delle eruzioni di questo tipo. Una fase nota come quella degli incendi di Reykjanes. Dopo quasi 800 anni di silenzio, un vortice di terremoti all’inizio del 2020 ha evidenziato un processo di risveglio. Scosse perdurate per 15 mesi, con l’apertura di differenti fessure a marzo 2021. Per sei mesi la lava riempì una valle disabitata.

Due brevi eruzioni si sono poi susseguite, ad agosto 2022 e durante l’estate 2023. Gli scienziati erano certi dell’arrivo di un nuovo pericolo. Uno tale da poter durare per svariati decenni, con eruzioni sporadiche e di varia natura e intensità.

Si sperava che la quarta eruzione fosse remota ma così non è stato e il processo è iniziato a ottobre scorso. Ora si incrociano le dita per una colata di lava soltanto nell’area nord disabitata, lontano da ogni infrastruttura di rilievo.

Ecco le parole di Winder: “Al momento, la fessura ha smesso di propagarsi verso sud. Ciò significa che la lava sta attualmente scorrendo verso nord ed este, lontana dalla città”. Pericolo scampato? Chi può dirlo. L’allerta resta massima, ma ora si presume che il tasso dell’eruzione possa ridursi. Come detto, però, si ipotizza un processo pluridecennale. Tutto ciò si ripeterà, presumibilmente, e occorrerà farsi trovare pronti.

Quindi cosa ne sarà degli abitanti del posto? Per assurdo, l’eruzione è una buona notizia. La pressione è stata liberata e la lava fuoriuscita. Non si hanno più incertezze sulle fessure. Il ritorno a casa è oggi più sicuro, rispetto alla fase di dubbio. Ciò dovrebbe dirla lunga sulla tempra mentale degli islandesi.

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