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Trovati nuovi pianeti, poi il buio: cosa è arrivato sulla Terra

Prima di spegnersi definitivamente, Kepler ci ha lasciato un ultimo regalo: dai dati raccolti durante la sua ultima missione sono emersi ben tre nuovi pianeti.

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Questa è una delle storie più belle degli ultimi tempi e arriva dallo spazio: solo di recente gli scienziati hanno avuto modo di studiare i dati raccolti alcuni anni fa da Kepler, uno dei più importanti telescopi della NASA, che nel 2018 si è spento dopo una lunga e prospera vita in orbita. E si è scoperto che ci ha lasciato un’importante eredità, ben tre nuovi pianeti di cui finora ignoravamo l’esistenza.

La missione Kepler

Facciamo un passo indietro: nel 2009, il telescopio spaziale Kepler è stato lanciato in orbita dalla NASA per monitorare un pezzo di cielo tra le costellazioni settentrionali del Cigno e della Lira, con l’obiettivo di individuare nuovi pianeti sfruttando il metodo del transito. La sua missione si è rivelata un vero successo, avendo questo potente strumento contribuito alla scoperta di oltre 2.600 esopianeti confermati. Per di più, proprio Kepler è stato il primo a trovare un pianeta delle dimensioni della Terra, in orbita nella zona abitabile della sua stella – dove ci sono le caratteristiche affinché l’acqua possa presentarsi allo stato liquido.

Purtroppo, la missione è stata inficiata da diversi problemi: dopo appena 4 anni, gli scienziati hanno dovuto inventarsi un modo per far sì che Kepler potesse continuare il suo lavoro, riuscendo a far durare il telescopio spaziale per ulteriori 4 anni. Ma nel 2018 qualcosa è andato storto e, con il carburante ormai al limite, la sonda è riuscita ad inviare sulla Terra solamente una manciata di dati, corrispondenti ad una settimana di osservazioni. Non sapevamo, però, che proprio lì si celava un prezioso tesoro. Di recente, gli astronomi del MIT e dell’Università del Wisconsin – assieme ad alcuni cittadini scienziati – hanno lavorato su questi dati e hanno scoperto gli ultimi tre pianeti individuati da Kepler.

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Gli ultimi tre pianeti di Kepler

Lo studio delle ultime osservazioni del telescopio spaziale ha permesso agli scienziati di notare tre stelle la cui luminosità, ad un certo punto, si affievoliva temporaneamente. Il metodo del transito consiste proprio in questo: nel monitorare una stella e individuare eventuali cali di luminosità, segno della probabile presenza di un pianeta in orbita che sta passando davanti all’astro. Nel caso dei dati estratti da Kepler, gli astronomi hanno scoperto due pianeti certi e uno potenziale. K2-416 b è grande circa 2,6 volte la Terra e ha un’orbita di 13 giorni. K2-417 b, invece, è leggermente più grande (circa 3 volte la Terra) e orbita attorno alla sua stella ogni 6,5 giorni.

Viste le loro dimensioni e la vicinanza alle loro stelle, i pianeti sono considerati dei mini-Nettuno caldi. Entrambi, inoltre, si trovano a circa 440 anni luce dalla Terra. Il pianeta candidato, chiamato EPIC 246251988 b, è invece il più grande (quasi 4 volte la Terra), ha un’orbita di 10 giorni e si trova a 1.200 anni luce di distanza da noi. “Abbiamo trovato quelli che probabilmente sono gli ultimi pianeti mai scoperti da Kepler. Non sono particolarmente insoliti, ma la loro scoperta atipica e l’importanza storica li rende interessanti” – ha spiegato Andrew Vanderburg, assistente professore di fisica al Kavli Institute for Astrophysics and Space Research del MIT.