Un occhio gigantesco ci osserva dall’Universo: James Webb svela il suo mistero
Il telescopio James Webb ha catturato una nuova immagine degli ultimi istanti di vita di una stella massiccia: si tratta della supernova più vicina alla Terra da secoli.
Sembra quasi un occhio gigantesco, circondato da un anello di perle: è questa la nuova immagine ritratta dal telescopio spaziale James Webb, uno degli strumenti più potenti e all’avanguardia che abbiamo per scrutare le profondità dell’Universo. Di che cosa si tratta? Non è altro che una supernova, ovvero ciò che resta di una stella massiccia dopo la sua esplosione. Sebbene l’evento sia avvenuto più di 35 anni fa, solo oggi – grazie alla tecnologia moderna – possiamo scoprire nuovi dettagli inediti.
James Webb cattura un’immagine sensazionale
Il telescopio spaziale James Webb è artefice di alcune delle immagini più strepitose provenienti dall’Universo: ora ci ha regalato un’altra foto che incanta tutti. Si tratta di un occhio puntato verso di noi, cinto da perle disposte quasi come fosse una collana. Scattata nel settembre 2022, è stata pubblicata solo di recente e si estende per 8,5 anni luce. Per realizzarla, gli esperti hanno messo insieme diverse esposizioni catturate dalla Near-Infrared Camera (NIRCam), la fotocamera a raggi infrarossi di cui è dotato il telescopio.
L’immagine ritrae la supernova 1987A, una delle più luminose nel cielo notturno, nonché la più vicina alla Terra che è stata osservata negli ultimi secoli. Si trova nella Grande Nube di Magellano, a circa 170mila anni luce da noi: la galassia satellite della nostra Via Lattea è un concentrato di gas in cui si formano nuove stelle, una vera e propria “fabbrica”. Tuttavia, la supernova in questione si trova all’esatto opposto nella vita di una stella, ovvero oltre la sua fase finale. È infatti il risultato di una morte stellare, che ha provocato un’immensa esplosione.
Le nuove strutture della supernova
La foto scattata da James Webb è davvero sorprendente: pur non essendo la prima che ritrae la supernova 1987A, è senza dubbio quella di più alta qualità, che permette dunque di individuare strutture finora mai viste. In precedenza, le osservazioni dei telescopi Hubble e Spitzer avevano messo in evidenza gli anelli equatoriali ed esterni della supernova, quegli elementi che assomigliano ad un cerchio di perle, i quali rappresentano ciò che resta dell’esplosione. Secondo gli esperti, questo materiale sarebbe stato espulso dalla stella decine di migliaia di anni prima della sua morte.
Grazie alla risoluzione del telescopio James Webb, la nuova immagine mostra due strutture inedite: sono due piccole mezzelune chiamate archi di emissione. Si trovano all’interno dell’anello equatoriale, ma appena al di fuori del denso nucleo centrale, il quale contiene gas e polvere espulsi ed è letteralmente impenetrabile, anche con le più moderne tecnologie. “La polvere è così densa che anche la luce nel vicino infrarosso rilevata da Webb non riesce a penetrarla, formando un ‘hole’ oscuro nel buco della serratura” – ha affermato la NASA.
Per quanto riguarda invece gli archi di emissione individuati solo di recente, gli scienziati ritengono che facciano parte degli strati esterni di gas espulsi dalla supernova: “Questo materiale potrebbe essere illuminato da una sorta di shock inverso, uno shock che ritorna verso il buco della serratura” – ha dichiarato la dottoressa Mikako Matsuura, del team di astrofisici che ha condotto l’analisi. Nulla si sa ancora, invece, della stella esplosa: i suoi resti si trovano probabilmente proprio al centro della nube densa e impenetrabile. Secondo gli esperti sarebbe una pulsar, ovvero un corpo celeste di neutroni estremamente compatto, le cui radiazioni elettromagnetiche sarebbero assorbite dal materiale che lo circonda.