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Parmitano ha parlato di "un sistema autonomo di trasporto degli astronauti": di cosa si tratta

L'astronauta Luca Parmitano allo Space Summit di Tolosa: serve un sistema di trasporto autonomo allo spazio, gli astronauti dell'ESA sono pronti

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Luca Parmitano, appello per un sistema di trasporto umano dell'ESA Fonte foto: ANSA

Si è svolto il 16 febbraio lo Space Summit di Tolosa, in Francia, un grande evento che ha visto insieme i leader dei Paesi europei che prendono parte all’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea, con l’intento dichiarato di “riaffermare la volontà di lanciare l’Europa su una traiettoria di riferimento per il resto del mondo” in tema di politiche spaziali.

Allo Space Summit ha partecipato anche l’astronauta italiano dell’ESA Luca Parmitano, che tra le altre cose è stato il primo italiano al comando della Stazione Spaziale Internazionale, tra il 2019 e il 2020, e il primo italiano a compiere un’attività extraveicolare (EVA).

Lo spazio, una nuova priorità per l’Europa

Rivolgendosi alla platea di Tolosa, Luca Parmitano ha detto chiaramente che l’Europa ha “bisogno di un accesso umano autonomo allo spazio”. L’affermazione dell’astronauta italiano non viene dal nulla: nel Marzo dello scorso anno l’ESA ha presentato l’Agenda 2025, in cui sono delineati gli obiettivi e le sfide del prossimo futuro dell’esplorazione spaziale europea. Nell’Agenda 2025 sono indicate le priorità in materia di politiche spaziali, tra cui vi sono quella di “promuovere le attività commerciali per un’Europa ecologica e digitale” e quella di consolidare le attività spaziali per la sicurezza.

Nell’ottica di rafforzare i rapporti tra Unione Europea e Agenzia Spaziale Europea, si legge nel documento, si intende “favorire un ecosistema commerciale dello spazio più vivace e dinamico”, che prevede anche, nel tempo, lo sviluppo di un piano di trasporto spaziale.

Nel documento dell’ESA del 2021 si parla anche di iniziative per “stimolare l’innovazione, la crescita e la competitività, sostenendo servizi e infrastrutture privati per il trasporto spaziale promossi da nuovi attori europei”.

L’idea è quindi quella di spingere sull’acceleratore, e promuovere lo sviluppo di programmi spaziali, basi di lancio (a partire da quella di Kourou nella Guyana francese) e “costellazioni commerciali europee”. A partire proprio dalla conquista di un accesso allo spazio, “condizione indispensabile di tutte le attività spaziali e della sovranità dell’Europa in questo campo”.

Facciamo i conti: attualmente l’ESA ha dei razzi vettori, tra cui il glorioso Ariane5 che ha portato in orbita il telescopio spaziale James Webb, una quantità impressionante di telescopi e sofisticati strumenti in orbita, sonde su Marte, dei moduli sulla Stazione Spaziale Internazionale, uno spazioporto nella Guyana francese e diversi valorosi astronauti. A ben vedere, manca qualcosa.

Parmitano: serve un sistema di trasporto autonomo

Nel corso dell’intervento allo Space Summit, Luca Parmitano ha detto: “ci manca un elemento centrale: l’accesso autonomo umano allo spazio”. Ovvero: un sistema di trasporto umano per lo spazio, indipendente dalla collaborazione di altre agenzie spaziali.

L’ESA ha un razzo cosiddetto “pesante”, l’Ariane5: si tratta di un razzo con 112 missioni alle spalle, ma è un razzo commerciale, di quelli che portano soltanto merci. L’idea di usarlo per il trasporto umano fu accantonata a metà degli anni Novanta, insieme al progetto dello shuttle europeo Hermes. L’idea di uno shuttle europeo non è stata abbandonata subito: l’ESA lavorò poi a Hopper e al suo prototipo Phoenix, veicoli completamente riutilizzabili a differenza dello shuttle, ma mai realizzati per mancanza di fondi.

NASA, Cina e Russia hanno i loro razzi vettori e le loro capsule per il trasporto umano, che siano sviluppate internamente o prese in affitto da privati come SpaceX. A quanto pare anche il Dream Chaser è in una fase avanzata dello sviluppo, e anche in India stanno costruendo un piccolo space shuttle. L’ESA, invece, è costretta a servirsi dei voli della Soyuz, o di SpaceX, per inviare i propri astronauti nello spazio. Ecco cosa di intende per “accesso autonomo allo spazio”.

“Bisogna decidere adesso se l’Europa vorrà accelerare oppure rimanere un partner junior” ha detto Luca Parmitano, “se perdiamo quest’opportunità unica di cambiare lo status quo continuando a delegare il trasporto umano ad altri attori, ripeteremo vecchi errori fatti in altri settori strategici, che ci rendono dipendenti da altri player come per l’energia o le information technologies”.

L’ingresso dei privati nel trasporto spaziale, ha aggiunto Parmitano, “ha dimostrato che l’accesso umano allo spazio può essere una sfida alla portata anche di budget limitati, il problema dei costi elevati non esiste più”. Insomma, manca soltanto la decisione di investire. Gli astronauti dell’ESA sono pronti a volare su una nave spaziale europea.

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