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Il parto dei cavallucci marini maschi rappresenta un passo in avanti per l'evoluzione

Il fenomeno dei papà in dolce attesa osservato anche in un'altra specie. Il parto dei cavallucci marini maschi è un passo in avanti per l'evoluzione.

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Il parto dei cavallucci marini maschi rappresenta un passo in avanti per l'evoluzione Fonte foto: 123RF

Nel vocabolario Treccani la parola “incinta” è classificata come un aggettivo femminile. Nessuna notizia su una forma maschile dello stesso termine, che infatti suona decisamente strana: si può dire “incinto”? I dilemmi grammaticali, che sulla carta potrebbero sembrare una questione un po’ astratta, diventano decisamente più prosaici quando cominciamo a parlare di cavallucci marini.

Come fanno i cavallucci marini maschi a partorire

Funziona così: dopo aver trovato un compagno, il cavalluccio marino femmina deposita le proprie uova in una sacca nel corpo dell’esemplare di genere maschile. Una volta che gli ovuli sono stati inseriti nell’apposita sacca, il maschio procederà alla fertilizzazione, per poi trattenerli in grembo per circa 24 giorni, durante i quali gli embrioni crescono e si sviluppano.

Chi ha potuto assistere al parto di un cavalluccio marino maschio, ha giurato che si tratta di uno spettacolo eccezionale: il padre non sperimenta alcun affanno o fatica, mentre i piccoli, che possono essere anche migliaia in una singola gravidanza, cominciano la propria vita prendendo la strada del mare come tante bolle di sapone originatesi da un anello. Ma com’è possibile che la natura preveda una simile eccezione, quando in quasi tutte le altre specie di animali è sempre la femmina a partorire?

L’eccezione dei cavallucci marini dipende da un salto evolutivo

Va innanzitutto precisato che quanto osserviamo nei cavallucci marini si verifica anche nei pesci ago. Una ricerca, recentemente pubblicata sulla rivista scientifica PNAS, ha infatti osservato entrambe le specie per scoprire i geni che consentono ai maschi di cavalluccio marino e pesce ago di arrivare fino al parto, evitando che il sistema immunitario attacchi gli embrioni, che in effetti sarebbero un elemento “estraneo” dal quale l’organismo potrebbe anche volersi proteggere.

La parte interessante dello studio classifica un simile fenomeno come un trade-off evolutivo, che consiste tutto sommato nel perdere alcune caratteristiche per guadagnarne altre. Nel caso dei papà in dolce attesa, la funzione immunitaria, quindi di protezione dell’organismo dagli agenti esterni, classifica come un’eccezione gli embrioni non propri, consentendo, per la prima volta nella natura, agli esemplari di genere maschile di restare…”incinti”? Lo possiamo dire?

Non è l’unico aspetto eccezionale del regno degli animali. Ad esempio, gli scienziati hanno osservato il modo in cui le api capiscono che ore sono. In Germania, poi, esiste la formica che non invecchia mai e nasconde un terribile segreto.

Giuseppe Giordano

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