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A cosa servono i "peli" delle palline da tennis

La caratteristica peluria delle palline da tennis, conferita dal feltro, serve a rendere il rimbalzo e il colpo del tennista ancora più efficaci

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Palline da tennis: i vantaggi della peluria Fonte foto: 123RF

Un colore acceso, quasi “innaturale”, un rumore inconfondibile e soprattutto una curiosa peluria. Le palline da tennis, insieme alle racchette, sono lo strumento essenziale per praticare questo sport, e capita spesso di vedere i giocatori sceglierle con cura prima di andare al servizio. Più sono nuove e più facilmente riescono a raggiungere velocità importanti, che fanno la differenza.

I “peli” delle palline sono fondamentali per un controllo più efficace di ogni colpo: nel caso in cui fosse assente questa caratteristica così particolare, la pallina stessa diventerebbe priva di controllo. Al contrario, le corde della racchetta esercitano una sorta di presa sulla sfera, andandola a comprimere e permettendo al tennista di impostare il colpo come meglio crede.

Una seconda funzione della peluria delle palline da tennis è quella di aumentare la resistenza all’aria delle palline stesse: in poche parole, la velocità viene “gestita” proprio da questa caratteristica, insieme al rimbalzo. Quando il loro consumo è diventato eccessivo e i peli sono praticamente spariti, infatti, i rimbalzi si caratterizzano per un continuo scivolare della sfera sulla superficie del campo. Oggi si sfrutta il vapore per fabbricare le palline, con i potenti getti che servono a sollevare la peluria dal feltro. In passato, invece, si sfruttavano materiali che oggi sarebbero impensabili per questo sport. Ad esempio si usavano sabbia, lana e persino capelli umani, di cui si è appena scoperta la possibilità di ritornare al colore originario.

Peso e forma specifici

La vulcanizzazione ha rivoluzionato tutto questo. Nel 1844, infatti, il brevetto di Charles Goodyear ha permesso a questo sport di diventare davvero moderno, con le palline da tennis utilizzate in gomma. Secondo quanto stabilito dalla Federazione Internazionale, oggi le palline devono avere diametri ben precisi, oltre a un peso che non deve superare i 59,4 grammi. Le varie tipologie si adattano ai diversi tipi di campi, a seconda della velocità e non solo. I test vengono effettuati sui rimbalzi e sulle deformazioni, di conseguenza la peluria gioca un ruolo essenziale per capire quale pallina va scelta e quale no.

Prestazioni che cambiano

Lo sport di oggi è notevolmente cambiato rispetto al passato e gli atleti sono abituati a sfruttare diversi strumenti tecnologici, orologi in primis, per esaminare meglio le loro prestazioni. Le fasi costruttive delle palline da tennis, invece, sono rimaste più o meno le stesse da qualche tempo. La gomma naturale viene schiacciata con appositi macchinari, per poi essere modellata e impastata, fino a diventare una massa simile a un biscotto. Una pressa trasforma il tutto in semisfere cave, da tagliare, incollare e pressare per ottenere i gusci. I miscelatori provvedono poi a rivestire di colla i gusci, prima di procedere con l’infeltrimento in una griglia, con il feltro che conferisce la caratteristica peluria.

L’ultimo fissaggio dei vari materiali delle palline da tennis avviene nella pressa idraulica per garantire una maggiore resistenza. Vale la pena sapere che, dopo aver tolto queste palline dal classico contenitore per la prima volta, le stesse cominciano subito a perdere pressione (anche se in misura molto lenta). Anche il rimbalzo ne risente, peggiorando progressivamente con il continuo utilizzo. Si tratta di un mondo poco conosciuto, ma di sicuro affascinante.

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