Un pianeta rischia davvero di scomparire: ecco perché
Avete mai sentito parlare del Pianeta Nove? Finora gli scienziati non l'hanno visto e una nuova teoria mette addirittura in dubbio la sua esistenza: ecco cosa sappiamo.
Conosciamo abbastanza bene la struttura del nostro Sistema Solare, composto da otto pianeti, cinque pianeti nani e un’infinità di altri corpi celesti di diverse dimensioni, situati soprattutto all’interno delle cinture asteroidali. E se non fosse così? Da anni, gli scienziati dibattono sull’esistenza di un ulteriore pianeta, chiamato Pianeta Nove. Non è mai stato individuato fisicamente, ma ci sono diversi indizi che spingono gli esperti a ritenere vera la sua presenza. Ma un nuovo studio ribalta tutto, rischiando di far “scomparire” questo corpo celeste.
Che cos’è il Pianeta Nove
Diversi anni fa, gli scienziati hanno proposto un’interessante ipotesi per spiegare lo strano fenomeno che si verifica all’interno della fascia di Kuiper, una delle cinture asteroidali del nostro Sistema Solare, che si estende dall’orbita di Nettuno verso i confini del sistema stellare stesso. Qui sono stati infatti evidenziati dei bizzarri allineamenti orbitali degli oggetti ghiacciati che popolano la regione. Gli astronomi hanno dunque ipotizzato la presenza di un pianeta “invisibile” che potesse giustificare, con la sua influenza gravitazionale, il raggruppamento di questi corpi celesti.
È nato così il Pianeta Nove, chiamato anche Pianeta X – dove la X non è intesa come il numero romano, bensì come incognita. La sua esistenza è stata teorizzata nel 2016, e da quel momento tantissimi scienziati hanno provato (inutilmente) ad individuare questo pianeta, nella speranza di trovare così risposta ai numerosi dubbi sul misterioso fenomeno che caratterizza la fascia di Kuiper. Ma, per l’appunto, gli sforzi si sono rivelati finora completamente fallimentari. Questo corpo celeste “invisibile” esiste davvero e dobbiamo solamente trovarlo, oppure c’è un’altra spiegazione all’allineamento degli oggetti all’interno della cintura?
Il nuovo studio e la teoria MOND
Una possibile risposta arriva dal nuovo studio pubblicato su The Astronomical Journal. I ricercatori Harsh Mathur (professore di fisica della Case Western Reserve University) e Katherine Brown (professoressa di fisica dell’Hamilton College) si sono imbattuti in qualcosa di sensazionale mentre stavano studiando le possibili conseguenze della veridicità della teoria MOND, sviluppata diversi anni fa per spiegare quello che accade all’interno della Via Lattea senza dover prendere in considerazione l’esistenza della materia oscura.
In breve: la teoria MOND, chiamata anche Dinamica Newtoniana Modificata, cerca di spiegare le rotazioni sorprendentemente veloci delle galassie senza ricorrere alla materia oscura. Gli scienziati che l’hanno ipotizzata si sono basati sull’idea che la legge di gravità formulata da Isaac Newton sarebbe valida solo finché l’accelerazione gravitazionale non diventa sufficientemente piccola – come accade per le stelle distribuite ai margini delle galassie. Questa teoria viene accettata da parte della comunità scientifica come alternativa alla materia oscura per spiegare alcuni fenomeni cosmici piuttosto enigmatici.
“Abbiamo pensato che probabilmente avremmo sconvolto un po’ le previsioni sul Pianeta Nove attraverso la teoria MOND” – ha affermato Mathur – “Ma ci ha colti completamente di sorpresa quando abbiamo scoperto che, in effetti, potevamo spiegare l’intero allineamento sulla base della teoria MOND, che quindi diventa un’alternativa all’esistenza del Pianeta Nove”. Insomma, verrebbe a cadere l’ipotesi su cui si fonda completamente l’idea stessa del pianeta – ovvero quella che doveva spiegare lo strano raggruppamento dei corpi celesti all’interno della fascia di Kuiper. E così, il Pianeta Nove potrebbe scomparire definitivamente, ancor prima di essere stato davvero scoperto.