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SCIENZA

Hanno rilevato un misterioso oggetto spaziale che emette sia onde radio che raggi X

Un misterioso oggetto nella nostra galassia emette segnali regolari in onde radio e raggi X. È la prima volta che accade: gli astronomi pensano possa rivelare una nuova classe di fenomeni cosmici

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Accade ogni 44 minuti, quasi fosse l’orologio segreto di una civiltà aliena dimenticata: un segnale improvviso, potente, che parte da un misterioso oggetto spaziale collocato in un punto sperduto della nostra galassia, attraversa lo spazio. Arrivano prima le onde radio, poi i raggi X. Tutto dura per due minuti, e poi più nulla. Silenzio cosmico, finché il ciclo non si ripete.

Gli astronomi non hanno mai visto nulla del genere: il protagonista di questo enigma celeste sta sfidando le leggi note, mandando in tilt ogni modello esistente. Perché non è tanto il fatto che “parli” in radio e in X, ma quando e come lo fa. A intervalli regolari, con precisione inquietante, ma senza spiegazioni convincenti.

Il rilevamento e l’anomalia

Come spesso capita in questi casi, tutto è cominciato quasi per caso, con una fortunata coincidenza. Il radiotelescopio ASKAP, installato nel remoto entroterra australiano e gestito dall’agenzia scientifica nazionale CSIRO, stava scandagliando il cielo alla ricerca di segnali radio transitori, cioè di breve durata ma potenzialmente ricorrenti. In mezzo a centinaia di segnali più o meno noti, però, è emerso qualcosa di radicalmente diverso: un impulso radio che, come accennavamo, si “accende” per due minuti ogni 44,2 minuti esatti.

Fin qui, già abbastanza strano. Ma la vera svolta è arrivata quando, del tutto indipendentemente, il telescopio spaziale Chandra della NASA, progettato per la rilevazione di raggi X, stava osservando esattamente la stessa porzione di cielo. Ed è lì che ha rilevato lo stesso schema temporale: un’emissione di raggi X perfettamente sovrapposta a quella radio.

Come spiegano gli astronomi dell’International Centre for Radio Astronomy Research, la prima volta nella storia dell’astronomia che un oggetto appartenente alla classe dei cosiddetti transienti a lungo periodo (LPT, long-period transients) mostra una doppia natura così marcata. Fino a oggi, infatti, tutti gli LPT erano stati osservati solo nel radio, mai nei raggi X, nonostante anni di ricerche mirate.

Le prime ipotesi

L’oggetto spaziale misterioso, ribattezzato ASKAP J1832-0911 non è solo raro: è enormemente energetico e non assomiglia a nulla di conosciuto nella nostra galassia. Se c’è però qualcosa che la scienza sa fare davvero bene è provare a spiegare l’ignoto e, come dimostra lo studio pubblicato su Nature, anche in questo caso gli studiosi hanno provato a farlo. Si è infatti tentato di associare i segnali dell’oggetto celeste a una magnetar, ovvero al nucleo di una stella morta dotato di un campo magnetico estremamente potente.

Un’altra possibilità presa in considerazione è che si tratti di una nana bianca ultra-magnetizzata, una stella in fase terminale della sua evoluzione, ma ancora abbastanza compatta da generare enormi campi magnetici e rotazioni rapide. Il problema, però, è che nessuno di questi modelli spiega tutto. La regolarità dei segnali è troppo precisa e l’intensità delle onde radio è eccezionalmente alta. Inoltre, la simultaneità con i raggi X, finora mai documentata per oggetti simili, costringe a immaginare meccanismi di emissione nuovi, forse legati a fenomeni ancora inesplorati nel comportamento della materia ultradensa.

I prossimi passi

A rendere più suggestiva la situazione è arrivata anche l’ipotesi di trovarci al cospetto di un oggetto completamente nuovo, magari una via di mezzo tra magnetar e pulsar, o persino una nuova classe di stelle compatte che alternano fasi di attività diverse. L’unica certezza, per ora, è che ASKAP J1832-0911 non si comporta come nulla di noto. Le teorie ci sono, ma sono tutte in difficoltà davanti a un comportamento così ordinato, potente e multibanda.

Come si procede, dunque? Il prossimo passo sarà confermare che questo oggetto enigmatico non è un caso isolato. I ricercatori stanno già scandagliando gli archivi di dati radio e X, alla ricerca di altri segnali simili che potrebbero essere passati inosservati. L’ipotesi è che esistano molti altri LPT luminosi come questo, semplicemente non ancora riconosciuti perché privi di emissioni visibili nei raggi X o mai osservati nelle giuste condizioni.

In parallelo, nuovi cicli osservativi verranno affidati a strumenti come Chandra, XMM-Newton, e le future missioni come Athena o Lynx, che avranno una sensibilità ancora maggiore nella banda X. E nel frattempo? Nel frattempo continueremo ad ascoltare i segnali di ASKAP J1832-0911, regolari e profondi come un battito inspiegabile.