A Pompei è stata fatta un'altra straordinaria scoperta: riemersi nuovi e antichi affreschi
Nuova scoperta straordinaria a Pompei: svelato il Salone nero, che custodisce affreschi magnifici dei miti greci, che un tempo "prendevano vita"
Le scoperte nell’antica città di Pompei non hanno mai fine. Gli archeologi sono infatti riusciti a riportare alla luce un’affascinante sala per banchetti. Le sue dimensioni sono di 15 metri per 6 e in quest’area sono stati rinvenuti degli affreschi perfettamente conservati. Un tesoro lungo le pareti, rappresentante scene del celebre mito di Troia.
Il Salone nero
Il mondo intero conosce la storia della città di Pompei. Un luogo che ha dell’incredibile e che non smette di stupire gli archeologi. Una scoperta dopo l’altra, si tenta di riportare in vita questo luogo, sepolto nel 79 d.C. in seguito alla famosa eruzione del Vesuvio. L’intera città venne cristallizzata e oggi ne ripercorriamo le vie, muovendoci tra i reperti con rispetto e cautela.
La “nuova” stanza rinvenuta è stata già rinominata. Il nomignolo scelto è Salone nero. Ciò deriva dal fatto che il colore delle pareti è estremamente scuro. Il motivo? Gli studiosi ritengono che servisse a mascherare le tracce di fumo lasciate dalle candele a olio. Ci si è ritrovati dinanzi a un panorama magnifico, tanto rilevante da essere stato indicato come uno dei più importanti reperti rinvenuti nel sito archeologico campano.
Gli affreschi di Pompei
Contro il fondale nero si stagliano le figure di Paride ed Elena. Fu proprio la loro relazione a dare inizio alla guerra di Troia, narra il mito greco raccontato da Omero. La gelosia di Menelao, re di Sparta e marito di Elena, portò in guerra i suoi uomini. Un altro affresco, invece, raffigura il dio del Sole, Apollo. Nell’immagine lo si vede intento a corteggiare la veggente Cassandra, figlia del re di Troia, Priamo.
Apollo le diede il potere di vedere il futuro, svela la leggenda, al fine di conquistarla. Dopo il rifiuto della giovane, però, il dio la maledisse, così che nessuno avrebbe mai creduto alle sue previsioni. Il tema dominante del Salone nero pare essere l’eroismo, sottolineano gli archeologi. Al tempo stesso, però, si parla anche di “fato e della possibilità, sovente non afferrata, che gli esseri umani hanno di poter cambiare il proprio destino”.
Le scene degli affreschi rinvenuti avevano la chiara intenzione di intrattenere gli ospiti, offrendo loro degli interessanti spunti di conversazione. Una sala destinata ai banchetti, probabilmente. Le opere sono considerate appartenenti al terzo stile, detto anche stile ornato. La loro datazione è tra il 15 a.C. e il 40-50 d.C., circa.
Ecco le parole del direttore del parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel: “Le coppie mitologiche fornivano spunti per conversazioni sul passato e sulla vita, solo apparentemente di natura romantica. In realtà, si riferiscono al rapporto tra l’individuo e il destino: Cassandra può vedere il futuro ma nessuno le crede, Apollo si schiera con i Troiani contro gli invasori greci, ma essendo un dio non può assicurare la vittoria, ed Elena e Paride che, nonostante la loro storia d’amore politicamente scorretta, sono la causa della guerra, o forse solo un pretesto”.
Il salone era stato studiato con estrema cura, ideato per i banchetti dopo il tramonto. L’unica luce garantita era quella tremolante delle lampade, che spiccavano sullo sfondo oscuro. Il loro tremolio offriva inoltre una parvenza di movimento alle immagini degli affreschi. I miti diventano dunque quasi cinematografici.