Privacy online a rischio con Trump? Trucchi per mettersi al sicuro
Secondo la rivista statunitense Recode il nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America potrebbe rappresentare un rischio per i nostri dati. Ecco cosa fare

L’allarme è stato lanciato da più parti nelle ore immediatamente successive all’ufficialità dell’elezione: il Presidente eletto degli Stati Uniti d’America Donald Trump potrebbe rappresentare una minaccia per la protezione dei nostri dati e della nostra privacy online. A riprendere questo tema è la rivista statunitense Recode, secondo la quale le azioni di controllo e spionaggio delle varie agenzie di sicurezza USA potrebbero ricevere nuova linfa grazie alle ultime elezioni. Se in seguito alle rivelazioni di Edward Snowden la National Security Agency aveva dovuto rivedere le sue pratiche e le sue abitudini (che, tra le altre cose, hanno riguardato anche l’Italia), ora potrebbe in qualche modo tornare al passato, favorita da politiche nazionali più apertamente votate al controllo.

Diverse le occasioni, nel corso della campagna elettorale terminata da poco, nel corso delle quali Donald Trump avrebbe esternato la sua propensione ad aumentare i controlli sui cittadini per favorire la difesa nazionale. In particolare, il 45esimo Presidente USA ha invitato a boicottare i prodotti Apple quando la casa di Cupertino si è rifiutata di collaborare con l’FBI in un caso di terrorismo; si è dichiarato a favore della sorveglianza di massa da parte della NSA e vede la possibilità di poter controllare e hackerare i suoi avversari come uno dei più grandi poteri che il suo ruolo gli affida. Nel caso queste dichiarazioni – da campagna elettorale, vale la pena sottolineare – vi facciano preoccupare, potete iniziare a prendere delle contromisure utili ad elevare il livello di protezione delle vostre attività in Rete. Come difendersi dalle azioni di spionaggio? Ecco alcuni consigli.

Gran parte delle applicazioni di messaggistica oggi utilizzate offre ai suoi utenti la crittografia end to end, in grado di mettere al sicuro conversazioni, immagini, messaggi vocali e tutto quanto è possibile inviare ai propri contatti. Funzionalità del genere sono implementate in Facebook Messenger, WhatsApp, Telegram mentre, come sottolinea un report Amnesty, Skype è tra le meno sicure (Messaggi di Apple, invece, offre la funzionalità solo per utenti iPhone e iPad). Per essere sicuri che nessuno possa intercettare le vostre chiamate e le vostre conversazioni potete utilizzare Signal, app open source considerata come la più sicura disponibile oggi sul mercato.

Se volete che le vostre ricerche online e la vostra cronologia di navigazione restino al sicuro, invece, ci sono alcuni strumenti che possono aiutarvi a difendere la privacy online. Come? Utilizzando TOR, ad esempio: questo protocollo sfrutta avanzati algoritmi di crittografia e tecniche di navigazione che consentono di nascondere la vostra identità agli occhi di qualunque spione digitale e di qualunque attacco man in the middle. Nel caso la soluzione TOR vi sembra troppo complessa, potete provare a installare HTTPS Everywhere, estensione per Firefox e Chrome che adotta protocolli di crittografia anche per siti non protetti.

Se ritenete che i vostri account personali – dalla posta elettronica alla messaggistica istantanea, passando per i social – abbiano bisogno di un livello di sicurezza maggiore di quello attuale, iniziate dalla password. Utilizzare una password semplice vi espone a mille problemi, primo tra tutti quello di poter essere spiati con estrema semplicità e del furto di identità digitale. Una password lunga e complessa, insomma, è il primo passo verso una protezione della privacy online, ma potrebbe non essere sufficiente: per questo è altamente consigliato utilizzare l’autenticazione a due fattori, sistema che consente di accedere ai propri profili solo dopo aver inserito un codice numerico solitamente di sei cifre. Per non correre il rischio di dimenticare la password con estrema facilità. A questo punto entrano in campo i password manager, software che consente di archiviare le credenziali in una “cassaforte digitale” al sicuro da occhi indiscreti. Da non dimenticare, poi, l'importanza di aggiornare sempre le app (non solo di messaggistica, ovviamente): probabile che le nuove versioni includano migliorie sul versante della difesa della privacy e servano per "coprire" falle scoperte nei mesi e nelle settimane precedenti.

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