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SCIENZA

I campioni di asteroide della NASA potrebbero provenire da un pianeta oceanico perduto da tempo

Un gruppo di scienziati ha svelato, forse, le origini del meteorite Bennu. I suoi resti potrebbero essere quelli di un antico mondo oceanico perduto

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Uno degli studi più affascinanti in corso nel vasto mondo della NASA è di certo quello in atto sui frammenti dell’asteroide Bennu. Giungono degli aggiornamenti in merito e sono a dir poco esaltanti. I resti giunti fin sulla Terra potrebbero appartenere a un antico mondo oceanico, ormai perduto nel tempo.

I frammenti dell’asteroide Bennu

Gli scienziati della NASA sono riusciti a superare il blocco per l’accesso ai frammenti di Bennu. I resti dell’asteroide che sono giunti fino a noi, infatti, erano bloccati. Il peggio è stato scongiurato, dopo mesi di lavoro, e ora le ricerche sono state avviate.

I primi risultati delle analisi dei campioni dell’asteroide Bennu sono affascinanti, come detto. Proviamo però a scendere nei dettagli. La regolite dell’asteroide non assomiglierebbe a quella di altri campioni raccolti su differenti meteoriti e campionati. Sembra invece simile a quella di mondi oceanici, ovvero ricoperti interamente da acqua allo stato liquido.

Tutto ciò non fa che confermare la bontà del progetto portato avanti grazie alla sonda OSIRIS-Rex della NASA. A settembre 2023 l’arrivo e a ottobre i primi risultati sull’analisi della regolite portata a casa dalla sonda.

È stata rilevata un’abbondanza di fosfati, il che rappresenta qualcosa di insolito per gli asteroidi. Fino a oggi è stato riscontrato soltanto nei mondi oceanici. Si è dunque ipotizzato che il meteorite Bennu possa essere in realtà un frammento di un mondo antico. Sono però necessarie ulteriori analisi in merito per poter confermare questa ipotesi in maniera definitiva, o smentirla.

Le analisi della NASA

La sonda OSIRIS-Rex della NASA è riuscita a riportare sul nostro pianeta i campioni prelevati dall’asteroide Bennu dopo un viaggio durato ben 6 miliardi di chilometri. Un risultato straordinario, considerando l’accelerazione enorme dello sviluppo scientifico portato avanti dall’uomo.

Dopo mesi di tentativi per accedere ai frammenti, bloccati, gli scienziati sono stati finalmente premiati. Non sarà però soltanto la NASA a poter sfruttare questo tesoro. I campioni sono stati infatti suddivisi in blocchi e spediti in differenti laboratori.

Uno di questi appartiene all’Università dell’Arizona, dove un gruppo di scienziati, guidati dall’italiano Dante Lauretta, ha ricevuto un campione di 200 milligrammi. Costituito da più di mille particelle di mezzo millimetro, 28 particelle di 1 cm e una da 3.5 cm. Contengono una quantità abbondante d’acqua, rinchiusa all’interno di minerali come le argille. Sono anche ricchi di fosforo, zolfo, carbonio e azoto.

I frammenti hanno inoltre una crosta di fosfato mai vista prima in altri meteoriti. Da qui è nata l’ipotesi di un antico mondo oceanico extraterrestre. Gli esempi in tal caso ci sono dati dalla luna Encelado di Saturno.

C’è grande eccitazione intorno ai resti del meteorite Bennu e si può dire che parte della comunità scientifica sia in attesa. Quando potremo avere nuove informazioni? Non manca molto, affatto. Come spiegato, infatti, altri team di scienziati sono alle prese con le necessarie analisi dei resti. I risultati saranno rilasciati al pubblico nel corso della prossima Lunar and Planetary Science Conference. Si tratta della 55esima edizione di questo importante evento, che si terrà in Texas il prossimo marzo. C’è da credere che nuove scoperte verranno svelate sulla storia del Sistema Solare al tempo della sua formazione.