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SCIENZA

Hanno svelato i segreti dei misteriosi sarcofagi ritrovati a Notre Dame

Due sarcofagi di piombo sono stati ritrovati all'interno di Notre-Dame de Paris: dopo una serie di analisi gli scienziati sono riusciti a svelarne i misteri. E a scoprire chi giaceva al loro interno

Correva l’anno 2019 quando un devastante incendio divampò a Notre Dame, nel cuore di Parigi. Il disastro lasciò a bocca aperta il mondo intero, che non poté fare altro che assistere impotente alla distruzione di una parte della cattedrale diventata un simbolo storico internazionale. Ora, a distanza di tre anni, gli scienziati hanno scoperto molte cose interessanti emerse dopo l’incidente, come due sarcofagi misteriosi, realizzati in piombo, sepolti nella chiesa.

Precisamente, i due sarcofagi si trovavano all’incrocio del transetto. Sebbene siano state “avvistate” proprio nel 2019, quando una squadra di archeologi è stata chiamata a coordinare alcune operazioni di manutenzione e recupero dopo l’incendio, le due bare sono state riportate alla luce solo all’inizio del 2022 e c’è voluto un po’ di tempo per capire quali segreti nascondessero.

Il ritrovamento dei misteriosi sarcofagi di Notre Dame

A occuparsi degli studi relativi a Notre Dame è stata un’equipe dell’Inrap (Institut national des recherches archéologiques préventives), che ha lavorato a stretto contratto con il Drac Île-de-France e l’amministrazione pubblica per garantire da una parte il corretto restauro della cattedrale e, dall’altra, lo svolgimento attento e certosino di analisi e indagini su alcune aree che le fiamme avevano reso accessibili.

Fra queste aree c’erano le “viscere” della cattedrale, che gli archeologi hanno subito identificato come ricche di reperti eccezionali in grado di raccontare ancor di più sul processo di costruzione di Notre Dame: fra le tante cose, per intenderci, è stato rinvenuto un tramezzo d’età medievale. Ciò che gli studiosi non si aspettavano, però, era di ritrovare tracce di sepolture. Il fatto che qualcuno venisse seppellito all’interno della Cattedrale non è di per sé straordinario, ma si supponeva che tutte le tombe fossero poi state spostate altrove.

Invece, eccoli lì: due sarcofagi di piombo, perfettamente sagomati e leggermente concavi, pensati per far sì che i defunti riposassero per sempre nelle profondità di Notre Dame, probabilmente in segno di rispetto verso ciò che avevano fatto per la cattedrale.

Gli studi sui sarcofagi di Notre Dame

I due sarcofagi sono stati trasportati all’Istituto Forense dell’Ospedale Universitario di Tolosa, che negli ultimi anni si è distinto sia per le preziose collaborazioni con gli archeologi che per le competenze dei suoi team, specializzati negli studi di istologia, microbiologia e radiografia. I ricercatori hanno usato apparecchiature di imaging medicale all’avanguardia e hanno preso in esame i due sarcofagi per diverso tempo, dedicandosi solo a questo giorno e notte.

Nello svolgere gli studi, gli scienziati hanno indossato indumenti protettivi e usato strumenti sterilizzati sia per proteggere le tombe dalla potenziale contaminazione umana sia per evitare tutti i rischi del lavoro con il piombo. Purtroppo, nessuna delle due bare era intatta, di conseguenza, per via della penetrazione d’ossigeno, buona parte del tessuto organico dei defunti non è più presente e gli studi si sono svolti per lo più sulle ossa e su ciò che le sepolture contenevano.

Chi era sepolto nei sarcofagi di Notre Dame?

Ma dunque, cos’hanno scoperto gli archeologi e i ricercatori? In primis, che anche se le sepolture nelle cattedrali sono state praticate per tutto il periodo medievale e moderno, il fatto che questi due sarcofagi fossero posizionati vicino al transetto sottolinea che fossero persone di un certo livello. Anche le sepolture in piombo fanno, poi, pensare a un’élite. E in una delle due bare, in effetti, è stata ritrovata un’iscrizione risolutiva, che conferma che i defunti fossero persone importanti.

Nello specifico, nella tomba con l’iscrizione sarebbe sepolto un ricco prelato di nome Antoine Del Canon, che avrebbe partecipato economicamente a parte di alcuni lavori di ristrutturazione di Notre Dame a metà del 1600. L’altro defunto, invece, è ancora anonimo, ma la bara conteneva numerosi resti di foglie e fiori vicino al cranio, il che implicherebbe uno status aristocratico. Dall’età stimata (fra i 25 e i 40 anni) si suppone possa trattarsi di un nobile cavaliere.

In ogni caso, ci sono da effettuare ancora molte analisi: l’Istituto Forense dell’Ospedale Universitario di Tolosa ha annunciato che nuovi studi sono stati già pianificati per l’inizio del 2023 e saranno ben più approfonditi. E chissà che proprio questi esami non ci dicano chi era il giovane.