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SCIENZA

Uno scavo ha rivelato i resti di un'antica cultura sconosciuta

Uno scavo in Siberia ha rivelato i resti di un'antica cultura rimasta a lungo sconosciuta, che potrebbe rivelare molto più di quanto si possa immaginare.

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Quando nel 2018 gli archeologi portarono alla luce una tomba kurgan vicino alla città di Krasnoyarsk in Siberia, non avrebbero potuto immaginare quel che avrebbero trovato al suo interno. Non si trattava di un semplice sito archeologico, di quelli comuni nella zona, piuttosto di un’enorme tomba risalente a 2.000 anni fa che per tutto questo tempo ha conservato più o meno intatti i resti di un’antica cultura a lungo sconosciuta.

Scoperta in Russia una tomba kurgan di 2.000 anni fa

La scoperta dell’antichissima tomba è stata praticamente casuale. Nel 2018 era stata programmata la demolizione di una piccola collinetta, volta ad espandere il cimitero di Shinnoye risalente al XIX secolo e situato vicino alla città di Krasnoyarsk in Siberia. Una normale operazione di ampliamento che si è trasformata in una scoperta senza precedenti: il team di archeologi dell’Università Federale Siberiana, guidato dal Dottor Dimitry Vinogradov, ha scoperto che al di sotto di quel sito si è conservata quasi del tutto intatta una enorme tomba risalente a circa 2.000 anni fa, testimonianza di un’antica cultura che a lungo è rimasta sconosciuta.

Come ha spiegato Vinogradov, lo studio più approfondito e gli scavi veri e propri, iniziati nel 2021, hanno portato alla luce i resti di 50 corpi sepolti accanto ad altrettanti corredi funerari, sistemati in una grande fossa rettangolare rivestita di legno e corteccia di betulla. È molto probabile che in origine vi fosse anche un tetto di legno, andato distrutto durante le operazioni di demolizione dell’area.

All’interno della tomba rettangolare, progettata per contenere un gran numero di persone, gli archeologi hanno scoperto moltissimi strumenti di uso quotidiano insieme a manufatti sacri e armi che i defunti avrebbero utilizzato nei loro viaggi nell’aldilà. Tra questi si distinguono dei pugnali in bronzo in miniatura e asce da battaglia, coltelli, specchi, aghi e stoviglie di ceramica, a cui si aggiungono anche grandi perle e placche di bronzo, una delle quali raffigurante un cervo che, secondo il dottor Vinogradov, era un soggetto ricorrente nell’arte preistorica siberiana.

I resti di un’antica cultura a lungo sconosciuta

A colpire gli archeologi, oltre alla ricchezza e alla varietà dei reperti in questione, è stata soprattutto l’appartenenza del sito funerario a una cultura di tipo scita precedentemente sconosciuta. Il dottor Vinogradov ha spiegato che il termine “scita” si riferisce in particolare a una triade di caratteristiche archeologiche dell’Età del Ferro, tra cui “alcuni stili di armi in bronzo, articoli per l’equitazione e manufatti artistici con animali reali e mitici – principalmente cervi, felini selvatici, rapaci e mitici grifoni”.

Nello specifico si tratta di una cultura di transizione nota come Tesin, individuata per la prima volta dall’archeologo e storico Mikhail Gryaznov dopo gli scavi in un sito archeologico sulle rive del fiume Tes nel Bacino di Minusinsk. Questa a sua volta con molta probabilità emerse alla periferia dei territori conosciuti della cultura Tagar nel II-I secolo a.C. Una cultura “unica e diversa da tutto ciò che conoscevamo prima”, come l’ha definita lo stesso Vinogradov, perché i “kurgan” tipici di questa regione consistono solitamente in un tumulo di terra costruito sopra una tomba contenente un unico cadavere, corredi funerari e cavalli.

Un intero mondo si è aperto ai nostri occhi e siamo soltanto all’inizio: “Cose piuttosto rare e materiali organici sono sopravvissuti fino ad oggi – ha spiegato il professor Pavel Mandryka, capo del Laboratorio di Archeologia di Yenisey Siberia – (…). Credo che la parte antropologica – crani, frammenti ossei, denti – sarà ulteriormente esaminata attentamente dai genetisti per scoprire la patria storica di queste persone, di cosa erano malati, cosa mangiavano, qual era la loro media aspettativa di vita”.

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