Scoperta la Balcanatolia, il continente perduto: c'erano regioni italiane
Prima di una grande estinzione di massa, permise il passaggio di mammiferi dall'Asia all'Europa: c'erano regioni italiane in Balcanatolia, il "continente perduto"
I continenti per come li conosciamo oggi sono solo una fase dell’evoluzione della Terra. La loro forma non era la stessa milioni di anni fa, e probabilmente non lo sarà tra qualche milione di anni. È un processo che si chiama deriva dei continenti: pensavamo di conoscere la forma degli antichi continenti, ma ci sbagliavamo. Ci eravamo persi la Balcanatolia.
La Balcanatolia, il continente perduto
La scoperta del continente perduto è di un team di paleontologi e archeologi da tutto il mondo guidati dai ricercatori dell’Università di Washington, negli Stati Uniti. Hanno analizzato fossili di antichi mammiferi ungulati del periodo dell’Eocene e dell’Oligocene e hanno condotto indagini paleogeografiche, scoprendo che 40 milioni di anni fa esisteva un continente sconosciuto.
Lo hanno chiamato Balcanatolia, perché comprende quelle che oggi sono la penisola balcanica e l’Anatolia, una regione della Turchia. Ma ne facevano parte anche alcune regioni italiane: Puglia, Friuli Venezia Giulia, Liguria e parti del nostro settentrione.
Era la porta d’accesso dall’Asia all’Europa, e viceversa – complice anche un livello del mare particolarmente basso.
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica Earth Science Reviews
Il Grande Spartiacque
Come dicevamo, le ricerche degli scienziati partono dall’analisi dei resti di alcuni mammiferi del periodo a cavallo tra l’Eocene e l’Oligocene, 34 milioni di anni fa. Allora si verificò una grande estinzione di massa, oggi conosciuta come Grande Coupure o, in italiano, Grande Spartiacque: perché fu proprio come una cesoia o una ferita che taglia a metà due epoche storiche. Tutti i mammiferi europei si estinsero e vennero sostituiti da quelli asiatici.
“Alcuni milioni di anni prima della Coupure, circa 5 o 10, emerse una nuova regione” spiega Alexis Licht, professore del Dipartimento di Scienze della Terra e dello Spazio dell’Università di Seattle e direttore della ricerca sulla Balcanatolia. “Questa nuova regione mise in collegamento l’Europa con l’Asia, permettendo la migrazione di specie animali”.
La regione emerse dalle profondità oceaniche: infatti anche le variazioni del livello del mare, verso l’alto o verso il basso, giocano un ruolo importante in questa trasformazione dei continenti. 50 milioni di anni fa, infatti, la Balcanatolia era un arcipelago isolato, con una fauna caratteristica: marsupiali simili a quelli sudamericani e antenati degli ippopotami, precedentemente trovati in Africa. Tra i 40 e i 34 milioni di anni fa, il livello del mare si abbassò repentinamente: questo fenomeno, insieme a eventi tettonici violenti, fece emergere la parte sommersa dell’arcipelago, rendendolo ponte di passaggio tra l’Europa e l’Asia.
Gli animali asiatici ne approfittarono, migrando e poi trasferendosi stabilmente in Europa, dove soppiantarono le specie esistenti. Indizio principale è il fossile di un animale simile a un rinoceronte trovato recentemente in Anatolia, regione della Turchia, la cui morte è datata tra i 38 e i 35 milioni di anni fa.
Prima dell’emersione della Balcanatolia, Europa e Asia avevano due faune di mammiferi molto diverse tra loro: per esempio le foreste europee erano l’habitat dei paleothera, lontanissimo parente degli odierni cavalli ma in realtà molto simili a tapiri. In Asia invece viveva una fauna più cosmopolita, che dopo numerose migrazioni è arrivata fin da noi.