Sono state scoperte 4 nuove galassie, si comportano in modo strano
Gli astronomi sono riusciti ad individuare 4 galassie lontanissime, le più antiche dell'Universo conosciuto: a sorprendere è però il modo in cui si stanno comportando.
Che cosa c’è ai confini dell’Universo? Siamo ben lontani dal poter rispondere ad una domanda del genere – sempre che si tratti di una domanda che abbia davvero un senso -, ma la più recente scoperta del telescopio spaziale James Webb ci ha permesso di fare un viaggio indietro nel tempo e, contemporaneamente, in un luogo lontanissimo dal nostro Sistema Solare. Gli astronomi hanno infatti individuato le 4 galassie più antiche dell’Universo conosciuto: sono ad una distanza impossibile anche solo da immaginare, e si stanno comportando in un modo davvero strano.
James Webb scopre 4 nuove galassie
Il telescopio spaziale James Webb è uno degli strumenti più all’avanguardia di cui attualmente disponiamo per scandagliare (e fotografare) l’Universo. Lanciato solamente nel 2021 come “sostituto” del telescopio Hubble, ha già compiuto missioni di grande rilievo, studiando numerosi oggetti celesti nel vicino e medio infrarosso. E ci ha regalato immagini mozzafiato, tra le più belle mai scattate finora nello spazio. Nelle ultime settimane, è riuscito ad individuare alcune nuove galassie di cui non conoscevamo l’esistenza, ed è stato come fare un viaggio indietro nel tempo.
Si tratta di quattro galassie poste a poco più di 13 miliardi di anni luce dalla Terra. Che cosa significa? Dal momento che l’Universo, secondo alcune stime, avrebbe circa 13,7 miliardi di anni, questi ammassi di stelle sarebbero esistiti (così come li possiamo vedere ora, dalle immagini scattate da James Webb) in un periodo compreso tra i 300 e i 500 milioni di anni dopo il Big Bang, ovvero dopo l’esplosione primordiale che avrebbe dato origine all’Universo stesso. Stiamo dunque parlando delle galassie più antiche mai scoperte fino ad oggi, nonché le più lontane nello spazio tempo dal nostro Sistema Solare.
La scoperta è stata annunciata in due articoli pubblicati su Nature Astronomy. “La frontiera si sposta quasi ogni mese” – ha affermato il professor Pieter van Dokkum, docente di astronomia all’University of Yale – “Ora ci sono solo 300 milioni di anni di storia inesplorata dell’Universo tra queste galassie e il Big Bang”. Utilizzando i dati raccolti dal telescopio James Webb, presto potremmo individuare galassie ancora più antiche e apprendere qualcosa in più sul modo in cui l’Universo si è formato e su come questi corpi celesti si comportavano ai loro albori.
Perché le galassie si comportano in modo strano?
Le quattro galassie individuate da James Webb hanno già dato segno di comportamenti piuttosto bizzarri e inaspettati. Ciascuna di esse contiene infatti un numero tale di stelle da poter equiparare la loro massa a quella di 100 milioni di Soli. Secondo i calcoli degli astronomi, per poter raggiungere tale risultato le galassie avrebbero dovuto essere al lavoro già da almeno 100 milioni di anni. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che in un Universo ancora giovanissimo ci fosse un’attività così frenetica: James Webb ha dimostrato che le galassie stavano producendo stelle ad un ritmo vertiginoso.
Ma non solo: il telescopio, grazie ad un’analisi spettroscopica, è riuscito ad individuare gli elementi che componevano le prime stelle. Si tratta soprattutto di idrogeno ed elio, atomi leggeri e semplici, ma anche molto diffusi nello spazio a causa del Big Bang. Per trovare stelle composte da carbonio, ossigeno e azoto, atomi molto più complessi, abbiamo dovuto aspettare ancora un po’ di tempo.