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Blob misteriosi nelle cellule: perché si tratta di una scoperta che rivoluziona la biologia

Cosa sono i condensati biomolecolari? Ecco dei "puntini" che potrebbero rivoluzionare per sempre la biologia

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Blob misteriosi Fonte foto: 123RF

Sono state individuate delle misteriose macchie all’interno delle cellule. Una scoperta che potrebbe avere dei risvolti clamorosi, a dir poco. Si ipotizza che l’intera storia del funzionamento della vita possa essere messa in dubbio e, addirittura, riscritta.

Macchie nelle cellule

Parlare di macchie e blob non è di certo la formula più corretta, ma aiuta a comprendere meglio la scoperta effettuata. In termini scientifici, però, questi minuscoli granelli individuati sono noti come condensati biomolecolari. Qualcosa che potrebbe condurci a una comprensione migliore delle cellule.

Occorre fare un salto nel 2009, quando un team di biofisici, guidati da Anthony A. Hyman, dell’Istituto Max Planck di Biologia Cellulare Molecolare e Genetica di Dresda, in Germania, stava studiando strutture note come granuli P nell’embrione unicellulare di un verme minuscolo.

Granuli che si accumulano solo a un’estremità della cellula, il che la rende sbilenca, così che alla divisione le due figlie risultino diverse. I ricercatori volevano chiarire il motivo di questa distribuzione disomogenea dei granuli P, scoprendo che questi blob, fatti di granuli, sono diversi da quelli che si accumulano nella cellula.

Sono composti da proteine e RNA e si condensano su un lato della cellula, dissolvendosi sull’altro lato. I componenti molecolari dei granuli, di fatto, subiscono transizioni di fase, come il passaggio da liquido a gas, ad esempio. Oggi chiamiamo questi blob condensati biomolecolari e negli anni hanno sempre più attirato l’attenzione del mondo scientifico. Il motivo? Hanno iniziato a spuntare un po’ ovunque nella cellula, svolgendo una miriade di compiti cruciali.

Cosa sono i condensati biomolecolari

Come detto, i condensati biomolecolari svolgono funzioni vitali. Eccone alcune:

  • protezione delle cellule da temperature alte o basse;
  • riparazione dei danni al DNA;
  • controllo del modo in cui il DNA viene trasformato in proteine cruciali.

Occorre inoltre sottolineare come possano scatenare malattie, nel caso in cui si guastino. Sono dunque una parte fondamentale del modo in cui la vita coordina e coopera i suoi innumerevoli componimenti.

Per quanto possa sembrare strano, gli scienziati hanno avuto prove dell’esistenza dei condensati fin da quando si conoscono le cellule viventi. Semplicemente non sapevano cosa farne. I primi microscopisti nel 1830 videro dei misteriosi puntini, chiamati nucleoli, che si scoprì in seguito essere il luogo in cui si forma il ribosoma. Soltanto nel 2011, però, è stato spiegato come i nucleoli siano in realtà goccioline simili a liquidi separati da una fase.

Queste hanno molte funzioni, come il controllo delle fasi dell’assemblaggio del ribosoma. I condensati, però, sono associati anche ad altro e non solo ai nucleoli. Uno di questi è Golgi, ovvero un insieme di membrane lipidiche nastriformi, impilate vicino al nucleo, che agisce come un centro di smistamento, diciamo, per proteine e altre molecole.

Allo stato attuale la ricerca è impegnata, sotto questo aspetto, soprattutto sui trattamenti per le malattie neurodegenerative e il cancro. Ci sono però sforzi in atto per combattere le infezioni virali attraverso i condensati.

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