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Stelle ultra veloci di origine extra-galattica: da dove provengono

Alcune tra le stelle più veloci della via Lattea provengono dal passato cosmico di una galassia vicina: lo rivela la loro composizione chimica

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Da dove vengono le stelle più veloci Fonte foto: NASA/JPL-Caltech/UCLA

Esiste una disciplina interamente dedicata alla misurazione dei movimenti delle stelle: si chiama cinematica stellare, e può fornire importanti informazioni sull’origine delle stelle e sull’evoluzione della galassia in cui si trovano.

Un nuovo studio guidato da Henrique Reggiani dell’Istituto Carnegie, in California, ha indagato su 15 delle meno studiate stelle della galassia, che sembrano provenire da molto più lontano del previsto.

Le stelle più veloci del cosmo

Le stelle non viaggiano tutte alla stessa velocità: soltanto quelle definite “ad alta velocità” possono essere suddivise in stelle fuggitive, stelle dell’alone e iperveloci. Quelle di cui parla lo studio di Reggiani sono tra le stelle in assoluto più veloci della Via Lattea, e vengono chiamate ad altissima velocità: “Non viaggiano rapidamente come le cosiddette iperveloci, ma le loro atmosfere sono meno calde e quindi possiamo analizzarne la chimica”, spiega.

Reggiani e colleghi si sono serviti dei telescopi dell’Apache Point Observatory, in New Mexico, e dell’Osservatorio Las Campanas, in Cile. I dati ottenuti hanno permesso di esaminare le informazioni contenute nella luce di 15 stelle ad altissima velocità, e indagarne la composizione.

Quanto alle stelle iperveloci “sono giovani e massicce e la loro composizione chimica non è ancora stata analizzata”. Quelle prese in esame da Reggiani e colleghi non sono proprio delle iperveloci, ma sono tra quelle che più vi si avvicinano e che è possibile studiare più a fondo.

L’analisi delle 15 stelle ultraveloci ha fornito importanti indizi sulla loro provenienza. I ricercatori hanno scoperto una certa abbondanza di 19 elementi in particolare, con una “larga presenza di ferro”. La composizione chimica indica che si siano formate per accrescimento, e molto lontano dalla Via Lattea.

Una galassia scomparsa

Le stelle di diverse galassie presentano generalmente combinazioni differenti di elementi: il carattere chimico della “casa” di provenienza permette non soltanto di individuarne le caratteristiche, ma anche di ricostruirne l’evoluzione. Lo studio della chimica e del movimento delle stelle può in questo senso avere un ruolo determinante nel processo di comprensione del nostro Universo e delle leggi che lo regolano.

Tra le 15 stelle esaminate da Reggiani e colleghi, 8 si sono rivelate degne di nota: le loro composizioni chimiche sono decisamente incompatibili con quelle della Via Lattea, quindi devono essersi formate altrove.

Con ogni probabilità, si sono formate all’interno di galassie più piccole, che sono poi finite per essere fagocitate dalla Via Lattea. “Le abbondanze chimiche e i parametri orbitali” si legge nello studio, “indicano che si tratta di detrito accelerato di una galassia nana distrutta”.

Era già stato proposto che alcune delle stelle più veloci potessero provenire da altre galassie, ricorda Reggiani, “ma questa è la prima volta che viene analizzato un campione relativamente ampio ed abbiamo le prove che non provengono da questa galassia”.

In un lontano passato cosmico, la Via Lattea deve aver ingoiato una piccola galassia, che prima di sparire ha generato alcune delle stelle più veloci che conosciamo. E domani potremmo conoscere la storia di Sagittarius, che la Via Lattea sta finendo di distruggere, da un puntino luminoso tra i più veloci del firmamento.