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Steve Jobs aveva predetto l'AI nel 1983

In discorso all’IDC di Aspen, Steve Jobs immaginava l’arrivo di macchine capaci di rispondere a domande in modo simile ad una persona reale.

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Steve Jobs Fonte foto: Anton_Ivanov - Shutterstock

Steve Jobs è stato un genio visionario che ha cambiato il mondo grazie alle sue idee innovative. Ad esempio, il lancio dell’iPhone nel 2007 è stato uno spartiacque che ha portato ad una nuova “era tecnologica”, incentrata soprattutto sul mobile.

Che Jobs abbia sempre guardato al futuro, non è una novità. Tuttavia, a quanto pare, già nei primissimi anni ’80, il fondatore di Apple aveva predetto in qualche modo l’arrivo dei chatbot dotati di intelligenza artificiale, come ChatGPT di OpenAI, Gemini di Google o Claude di Anthropic.

Nei giorni scorsi, lo Steve Jobs Archive ha reso pubblico un vecchio video di repertorio, che mostra il discorso di un giovane Steve Jobs (allora 28enne) all’International Design Conference (IDC) di Aspen del 1983. Si tratta di un video mai pubblicato prima, il cui Jobs non indossa ancora la sua tipica maglia nera, ma giacca e papillon. In quell’occasione, l’ex CEO di Apple esprimeva le sue considerazioni sul futuro della tecnologia, auspicando la nascita di uno strumento che potesse contenere la conoscenza di personaggi come Aristotele e fosse in grado di aiutare gli studenti.

Steve Jobs: la visione profetica sull’AI

Il 1983 è stato l’anno del lancio del computer Apple Lisa, il primo Mac sarebbe stato presentato soltanto l’anno successivo. Di fronte ad un pubblico di centinaia di designer, Jobs parlava del futuro del computer, sottolineando come negli Stati Uniti i designer erano più concentrati sulla progettazione di automobili, mentre l’impegno sull’elettronica di consumo era ancora scarso. Tuttavia, Jobs era convinto che entro il 1986 le vendite dei computer avrebbero superato i 10 milioni di esemplari. Per questo motivo, dal palco aveva esortato il pubblico a pensare al design dei computer, poiché questi dispositivi sarebbero stati venduti comunque, anche se progettati male.

Il punto oggi più interessante è quando l’ex capo di Apple spiega come immaginava lo sviluppo futuro della tecnologia e descrive funzionalità che sembrano simili ai chatbot basati sull’intelligenza artificiale. Nella parte finale del suo discorso, Steve Jobs aveva infatti ipotizzato (quasi profeticamente) che in futuro sarebbero nati degli strumenti che avrebbero potuto “catturare un insieme di principi di fondo o il modo in cui una persona guarda il mondo”, così che sarebbe stato possibile chiedere, ad esempio ad Aristotele, cosa avrebbe pensato di un certo argomento.

Steve Jobs: la previsione sul www

Pensare ad una macchina in grado di generare risposte a domande in linguaggio naturale, allo stesso modo di una persona reale, oggi non è più fantasia. Tuttavia, 41 anni fa ciò era un qualcosa impossibile da immaginare, quasi al pari delle auto volanti.

L’arrivo dei chatbot AI non è l’unica “previsione azzeccata” di Jobs. Ad esempio, in un’intervista a Playboy del 1985, il fondatore di Apple aveva dichiarato che “i computer saranno essenziali nella maggior parte delle case” e che le persone avrebbero utilizzato tale dispositivo anche fuori dall’ufficio. Sempre nella stessa intervista, Jobs aveva predetto che i computer sarebbero stati utili per connettere le persone online.

Com’è noto, avvenne realmente nel 1989, con l’invenzione del World Wide Web (www), ad opera dell’informatico britanno Tim Berners-Lee. Il resto è storia.

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