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SCIENZA

Primavera in anticipo in Italia, perché preoccupa: i rischi del caldo fuori stagione

Allarme temperatura lanciato da Coldiretti, che chiede l'attuazione di strumenti per l'Agricoltura 4.0: le colture necessitano un'operazione di salvataggio

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La natura lancia segnali chiarissimi con temperature nettamente fuori stagione. Nei Giorni della Merla sono stati raggiunti i 18 gradi, il che ha fatto scattare un vero e proprio allarme nei campi. Il rischio di risvegliare le colture in largo anticipo sui tempi è concreto. Le stesse che poi vengono falcidiate dal prevedibile ritorno del freddo, anche molto repentino.

Allarme temperature

Coldiretti torna a far suonare l’allarme in merito alle temperature estremamente fuori stagione. Come detto, infatti, negli ultimi tre giorni di gennaio (giorni della Merla), sono stati raggiunti i 18 gradi in Italia. Qualcosa di problematico, a dir poco, considerando come da tradizione siano le giornate più fredde dell’anno.

La natura viene sconvolta e le colture si risvegliano in anticipo. Gli addetti ai lavori si ritrovano così in estrema difficoltà, costretti a operare per tutelarle in ogni modo. Il ritorno del gelo invernale, infatti, procede a “bruciare” il tutto, provocando perdite ingenti per il singolo imprenditore e il settore tutto.

Il gran caldo registrato a fasi alterne, inoltre, impedisce il mancato soddisfacimento del fabbisogno di freddo per alcune piante. Si pensi all’olivo, che necessita di alcune specifiche temperatura per l’induzione alla fioritura. Ciò potrebbe tradursi in una diminuzione delle produzioni.

Il caldo, inoltre, comporta anche una generale sopravvivenza delle popolazioni di insetti dannosi per le colture, a partire dalla cimice asiatica. Un potenziale attacco in serbo per frutta, ortaggi e cereali nella prossima primavera, con una portata ben maggiore del previsto.

Caldo record

L’Italia è stata travolta da temperature roventi nel corso del 2024, che Isac Cnr evidenzia come il più caldo di sempre: +1,35°C rispetto alla media storica. Il tutto condizionato anche da punte di +1,44°C al Centro e al Sud.

Preoccupa inoltre la siccità, che continua a spaventare le regioni meridionali, a cominciare dalla Puglia. Mancano ben 99 milioni di metri cubi d’acqua negli invasi artificiali rispetto all’anno precedente. Un quantitativo insufficiente a raggiungere l’estate.

Situazioni critiche anche in Sicilia e Sardegna, in una condizione generale che nel 2024 ha visto danni per 9 miliardi di euro nei campi. Una vera e propria calamità che ha falcidiato coltivazioni di vario genere, dal grano alle olive, soprattutto al Sud.

Si torna, dunque, a suonare l’allarme e richiedere lo sviluppo di “soluzioni innovative, con la diffusione degli strumenti di Agricoltura 4.0”. Ormai è inoltre di estrema urgenza anche la realizzazione di un serio piano invasi, dotati di sistemi di pompaggio. Non si può attendere, inermi, un’altra estate d’allerta rossa.

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