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SCIENZA

La Terra sta rallentando il suo giro: quali conseguenze avrà sulla vita dell’uomo

Un nuovo studio suggerisce che il prolungamento dei giorni sia legato all’ossigenazione dell’atmosfera. Dalla sua formazione infatti il nostro Pianeta ha ridotto la sua velocità allungando progressivamente la giornata

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La Terra sta rallentando il suo giro: quali conseguenze Fonte foto: 123rf

La Terra, sin dalla sua formazione circa 4,5 miliardi di anni fa, ha gradualmente ridotto la sua velocità di rotazione. La conseguenza è stata un progressivo allungamento delle giornate che ha operato significativi cambiamento nel corso di eoni. Una nuova ricerca suggerisce che una di queste variazioni sia legata all’ossigenazione dell’atmosfera terrestre. Le alghe blu-verdi, dette cianobatteri, emerse 2,4 miliardi di anni fa sarebbero state in grado di produrre più ossigeno proprio perché i giorni si sono allungati. Lo studio è stato pubblicato su Nature Geoscience ed è stato realizzato da microbiologi dell’università del Michigan, del Max Planck Institute for Marine Microbiology e del Leibniz Centre for Tropical Marine Research in Germania.

Gli effetti della velocità delle Terra sull’ossigenazione

Secondo i ricercatori, ci sono due componenti da tenere in considerazione: la rotazione terrestre che sta rallentando e il grande evento di ossidazione del globo, ossia quando sono emersi i cianobatteri. Il motivo per cui la Terra rallenta dipende dall’attrazione gravitazionale esercitata dalla Luna che provoca una decelerazione rotazionale legata al graduale allontanamento del nostro satellite. Sulla base di reperti fossili, si è scoperto che 1,4 miliardi di anni fa i giorni erano lunghi solo 18 ore, mentre circa 70 milioni di anni fa la loro durata era di mezz’ora più corta rispetto alle attuali 24 ore. I risultati suggeriscono quindi che stiamo guadagnando 1,8 millisecondi al secolo.

Riguardo ai cianobatteri, 2,4 miliardi di anni fa sono emersi in quantità così grandi da far registrare all’atmosfera terrestre un forte e significativo aumento di ossigeno. Senza questa ossidazione, gli scienziati ritengono che la vita non avrebbe potuto avere origine. Dall’osservazione dei microbi cianobatterici nella Middle Island Sinkhole nel lago Huron, che si ritiene possano essere analoghi a quelli responsabili della Grande Ossidazione, i microbiologi hanno collegato la lunghezza delle giornate all’attività di questi organismi.

I cianobatteri viola che producono ossigeno tramite la fotosintesi e i microbi bianchi che metabolizzano lo zolfo formano un tappeto microbico sul fondo del lago Huron. Di notte i microbi bianchi salgono sopra i cianobatteri assorbono lo zolfo, di giorno accade il contrario, i primi si ritraggono e i secondi salgono in alto per produrre ossigeno. La geomicrobiologa Judith Klatt del Max Planck Institute for Marine Microbiology in Germania ha però spiegato che “ci vogliono alcune ore prima che (i cianobbateri) si mettano davvero in moto”. Questo significa che l’ossigeno viene prodotto in una finestra della giornata ridotta. Da questa osservazione l’oceanografo Brian Arbic dell’Università del Michigan si è chiesto se la lunghezza dei giorni possa aver avuto effetti sulla fotosintesi.

Per dimostrare questa ipotesi, il team ha realizzato esperimenti e misurazioni sui microbi, sia nel loro ambiente naturale che in un ambiente di laboratorio ed eseguito studi di modellazione dettagliati basati sui loro risultati per collegare la luce solare alla produzione di ossigeno microbico e la produzione di ossigeno microbico alla storia della Terra. “L’intuizione suggerisce che due giorni di 12 ore dovrebbero essere simili a un giorno di 24 ore”, ha spiegato lo scienziato marino Arjun Chennu del Leibniz Center for Tropical Marine Research in Germania. “Ma il rilascio di ossigeno dalle stuoie batteriche è limitato dalla velocità di diffusione molecolare”.

I risultati delle misurazioni degli scienziati hanno quindi mostrato che c’è un legame fondamentale tra la durata del giorno e quantità di ossigeno che può essere rilasciata dai microbi che vivono nel terreno. Il rallentamento della Terra, con conseguente prolungamento delle giornate, permetterebbe la produzione di maggiori quantità di ossigeno nell’atmosfera che prolungherebbero la sopravvivenza delle specie animali e vegetali del pianeta.

Riguardo all’origine delle prime forme di vita sul nostro pianeta, un’altra ricerca in Canada ha scoperto dei fossili di spugna che potrebbero anticipare di 350 milioni di anni la datazione della comparsa degli animali sulla Terra.

Stefania Bernardini

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