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Uno strano rumore è stato registrato dal centro della Terra, è come un battito cardiaco

La Terra emette un segnale sismico, che somiglia a un battito che proviene dalle profondità, data la sua regolarità: non abbiamo risposte ma solo ipotesi sull'origine

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La Terra emette un segnale sismico quasi impercettibile, se non grazie a determinate strumentazioni. Qualcosa di regolare, come un “battito” che proviene dal cuore del pianeta. Non ha conseguenze devastanti ed evidenti, come un’eruzione o un terremoto. Ciò che si realizza è un’oscillazione costante, che da decenni si ripete e per la quale non abbiamo una spiegazione definitiva.

Il battito della Terra

Questo segnale sismico viene rilevato unicamente grazie ai sismografi. È infatti troppo lieve per poter essere percepito dall’uomo. Un enigma vero e proprio nelle profondità del pianeta. Questo fenomeno è noto da tempo agli studiosi. Paragonato a un battito a causa dell’incredibile costanza. La sua origine, però, resta avvolta nel mistero, come detto.

La scoperta risale ai primi anni Sessanta, quando Jack Oliver, geologo del Lamont-Doherty Geological Observatory, si rese conto di questo microsisma. Una rilevazione sensazionale, nata dall’analisi delle registrazioni su carta. L’uomo notò un segnale ritmico proveniente da una zona poco chiara dell’Oceano Atlantico meridionale o equatoriale. Al tempo, però, le tecnologie non consentivano di identificare l’origine in maniera precisa.

Abbiamo dovuto attendere il 2005 per riuscire a localizzare la fonte. Un team dell’Università del Colorado sfruttò strumentazioni più sofisticate e indicò: il Golfo di Guinea, al largo della costa occidentale dell’Africa.

Possibili cause

Questo fenomeno non riguarda però l’intero pianeta. Si continua a parlare di “battito della Terra” ma, effettivamente, è fuorviante. Nello specifico, si tratta di un’onda sismica con un periodo di 26 secondi (non costante). “È il tempo che impiega l’oscillazione per compiere un ciclo completo. Non è detto che derivi da un terremoto, ma se l’energia è sufficiente, queste onde possono propagarsi ovunque, e vengono captate dai sismografi di tutto il mondo”, ha spiegato Antonio Piersanti, geofisico e ricercatore dell’INGV.

Le ipotesi principali prodotte dalla comunità scientifica sono due. L’interpretazione più accreditata vuole una camera magmatica di circa 20 km di diametro come sorgente. Questa si riempirebbe e svuoterebbe ciclicamente. Tale processo genererebbe una risonanza simile a quella di un diapason geologico.

Il vulcano sospettato trova spazio sull’isola di São Tomé, nella Baia di Bonny. È importante però chiedersi (e ottenere risposte) perché soltanto in questa zona si verifichi tale impulso. Perché altri vulcani non producono effetti del genere?

La seconda teoria ipotizza un’interazione tra onde oceaniche e fondali marini. Alcuni geofisici ritengono che le onde a bassa frequenza (generate da tempeste o uragani nell’Atlantico) trasmettono l’energia al suolo dopo essersi infrante sulla costa africana, generando la vibrazione.

In precedenza si pensava che la frequenza del segnale fosse fissa. In realtà varia nel tempo: da 26 a 28 secondi, fino a 30 e poi ancora a 26. Questo dettaglio suggerisce che la causa non sia un fenomeno statico ma una potenziale combinazione tra interazioni marine e attività idrotermale.

Piersanti spiega come la maggior parte dei fenomeni vulcanici o idrotermali non producano onde abbastanza potenti da propagarsi su scala globale. In questo caso le onde sono molto lunghe e superano i 20 secondi di periodo, viaggiando per migliaia di km.

Tutto ciò resterà un mistero? Probabile, ancora per qualche anno. Lo sviluppo di nuove strumentazioni potrebbe però gettare finalmente luce su questo fenomeno misterioso, degno della trama di un romanzo fantascientifico.