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UE: le macchine non hanno diritto alla libertà di parola

I contenuti generati dalle IA devono essere riconoscibili e le macchine non hanno libertà di parola: questa è la posizione dell'UE

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intelligenze-artificiali-ue Fonte foto: diy13 / Shutterstock

L’UE si prepara ad affrontare la questione delle intelligenze artificiali che, negli ultimi mesi, hanno registrato una forte crescita nel loro utilizzo, grazie soprattutto al successo di ChatGPT e dei servizi di IA generative, in grado di creare contenuti di facile diffusione su siti web e social network.

A chiarire l’attuale posizione dell’UE è Vera Jourova, vice-presidente della Commissione Europea che si è soffermata, in particolare, su due punti: la necessità di etichettare i contenuti generati dall’IA in modo chiaro, per renderli riconoscibili, e l’assenza della libertà di parola per le macchina.

Le IA non hanno libertà di parola

La Commissione Europea si trova a fare i conti con la crescita dell’utilizzo delle intelligenze artificiali generative e il rischio di un aumento di contenuti fake online in grado di alimentare la disinformazione. A seguito di un incontro con i firmatari del codice di condotta sulla disinformazione online (44 aziende, tra importanti realtà del settore tech come Google e Microsoft e piccole startup), Vera Jourova, vice-presidente della Commissione, ha chiarito diversi aspetti della posizione dell’UE sulla diffusione delle IA.

Secondo Jourova, le macchine non dovrebbero avere libertà di parola. I contenuti generati dall’IA dovranno essere regolamenti e non è possibile lasciare campo libero ai sistemi in grado di generare testi e, soprattutto, foto e video in grado di alimentare la disinformazione online.

Si tratta di un elemento centrale su cui l’UE non ha intenzione di modificare la sua posizione. Le aziende che aderiscono al Codice di condotta saranno chiamate ad adottare le necessarie contromisure e, in ogni caso, tutte le AI devono essere “etichettate” in base al loro grado di rischio come prevede il nuovo AI Act dell’Unione Europea.

I contenuti generati dall’IA devono essere riconoscibili

Jourova ha anche evidenziato l’importanza di rendere riconoscibili i contenuti generati dalle IA, introducendo sistemi in grado di identificarli e di etichettarli come tali. Le aziende che hanno aderito al codice di condotta dovranno, quindi, impegnarsi a contrastare la diffusione di fake news anche introducendo sistemi in grado di arginare la diffusione di contenuti generati dalle IA.

Gli utenti, secondo il punto di vista della Commissione UE, dovranno essere in grado di identificare facilmente tali contenuti. Secondo quanto rivelato dalla vice-presidente della Commissione, inoltre, Google già sarebbe in possesso di una tecnologia del genere, in grado di scoprire i testi generati dall’IA.

Tale tecnologia è ancora in fase di sviluppo, con l’obiettivo di incrementare la sua efficacia. Nel corso del prossimo futuro, quindi, l’azienda americana, che aderisce al codice di condotta UE per il contrasto alla disinformazione online, potrebbe fornire un contributo importante nel sostenere gli obiettivi UE.

Nel corso delle prossime settimane, l’Unione Europa dovrebbe presentare una nuova bozza di un codice di condotta riguardante le intelligenze artificiali. Tale codice è in fase di definizione in collaborazione con gli Stati Uniti, proprio perché la maggior parte delle aziende che stanno sviluppando queste tecnologie sono americane. Aggiornamenti in tal senso, quindi, potrebbero arrivare a breve.