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La vita sulla Terra potrebbe essere nata in un modo inatteso: la nuova teoria è affascinante

Numerose sono le ipotesi sulla nascita della vita sulla Terra: un team di scienziati ha proposto una nuova, affascinante teoria. Scopriamola.

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Vi siete mai chiesti quale sia stata la scintilla che ha permesso alla vita di originarsi sulla Terra? Si tratta di una delle questioni più affascinanti e misteriose che gli scienziati abbiano mai affrontato, e che non ha ancora trovato risposta. Ci sono diverse ipotesi sul modo in cui la vita sia nata sul nostro pianeta, alcune delle quali si spingono a prendere in considerazione persino lo spazio. Ora un team di scienziati ha proposto una nuova teoria, che ha dei risvolti inaspettati.

L’importanza dell’azoto per la nascita della vita

Facciamo un piccolo passo indietro: sappiamo da tempo che l’azoto, un elemento chimico ampiamente diffuso sulla Terra, è alla base di ogni forma di vita. Ma, per poter compiere questo piccolo “miracolo”, non deve essere nella sua forma pura, bensì deve essere fissato. Questo processo, che prende il nome di fissazione dell’azoto, viene compiuto da alcuni batteri e permette la formazione di nitrati o altri composti azotati, i quali a loro volta sono fondamentali per lo sviluppo degli amminoacidi, essenziali per la vita.

Sorge dunque spontanea la domanda: come hanno avuto origine i batteri che permettono la fissazione dell’azoto, se la vita non era ancora nata sul nostro pianeta? Un team internazionale di scienziati, tra cui geologi e mineralogisti, ha ipotizzato l’esistenza di un fenomeno naturale che sia in grado di fissare l’azoto al posto dei batteri. E i fulmini potrebbero essere la risposta tanto cercata: in uno studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, i ricercatori hanno condotto numerose analisi per supportare la loro teoria.

La teoria dei fulmini vulcanici

L’idea che i fulmini possano fissare l’azoto non è nuova: già un precedente studio aveva dimostrato che questo fenomeno è possibile, ma anche che i normali fulmini dovuti ai temporali portano alla creazione di nitrati in quantità davvero estremamente ridotte, incapaci di soddisfare la richiesta necessaria per dare origine alla vita. Gli scienziati hanno dunque voluto indagare sulla possibilità che i fulmini vulcanici fossero i candidati giusti. Di che cosa si tratta? Sono scariche di elettricità che nascono durante le eruzioni esplosive, quando all’interno della nube vulcanica si genera una differenza di potenziale elettrico.

Il team di ricercatori si è recato in alcuni siti in Turchia, Italia e Perù, dove si possono trovare antichi depositi vulcanici. L’analisi dei campioni provenienti da questi siti ha mostrato la presenza di enormi quantità di nitrati. I test hanno dimostrato che avevano avuto origine nell’atmosfera e non provenivano direttamente dal vulcano, quindi l’ipotesi dei fulmini vulcanici ha acquistato sempre più vigore. La cosa più sorprendente, tuttavia, è stata proprio la quantità di nitrati ritrovata nei campioni: è più che sufficiente per consentire la creazione di amminoacidi.

Questa nuova teoria va ad affiancare le molte altre che cercano di spiegare in che modo la vita sia nata sulla Terra. Tre sono quelle principali: la prima prevede che le molecole alla base della vita si siano originate dai gas e dagli elementi fondamentali presenti nei mari del nostro pianeta. La seconda invece immagina che basilari forme di vita siano state trasportate sulla Terra da un meteorite. Infine, c’è l’ipotesi secondo cui il meteorite ci abbia portato solo i componenti chimici necessari per la vita, e che poi quest’ultima si sia formata negli oceani terrestri.