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SCIENZA

Islanda, ancora alta l'allerta vulcano: ecco cosa potrebbe succedere ora

Islanda nella morsa del vulcano Fagradalsfjall: 1500 scosse di terremoto in due giorni. Evacuata la città di Grindavik, che rischia di diventare fantasma

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Il pericolo eruzione del vulcano islandese Fagradalsfjall è elevato. L’allerta resta molto alta, dal momento che il rischio corso dalla penisola di Reykjanes sarebbe imminente. Gli esperti ritengono che si tratti di una questione di giorni. La città più minacciata è Grindavik, dove sono state già evacuate migliaia di persone.

La minaccia del vulcano Fagradalsfjall

In Islanda l’allerta è massima per quanto riguarda l’eruzione del vulcano Fagradalsfjall, che non è più potenziale, bensì reale e imminente. Alcuni flussi hanno infatti già raggiunto la superficie. Siamo nella penisola di Reykjanes, a circa 50 km dalla capitale Reykjavik, colpita da uno sciame sismico terrificante, con circa 1500 scosse di terremoto nell’arco di 48 ore.

Dopo l’evacuazione lampo, ci si attendeva un’eruzione quasi immediata del vulcano, che però non è ancora avvenuta. Per questo motivo, dopo più di 500 scosse registrate nella sola giornata di lunedì 13 novembre, i residenti di Grindavik hanno ricevuto l’autorizzazione a tornare per un breve lasso di tempo a casa. Non per restarci, sia chiaro, ma per raccogliere i propri beni primari.

Alcune aree, stando ai testimoni locali, sono state ben più colpite di altre. Il centro cittadino, ad esempio, ha visto strade sprofondare fino a un metro in alcuni punti. Ecco le parole di Aslaug Yngvadottir Tulinius, della Croce Rossa islandese, riportate dalla BBC: “Questa è una delle più grandi evacuazioni che abbiamo mai avuto. Si tratta di un incidente enorme, dal grande impatto su tutti gli islandesi”.

Rischio città fantasma

Nel pomeriggio di lunedì 13 novembre, i funzionari hanno dichiarato che Grindavik sarebbe rimasta evacuata per la notte. La situazione è sotto controllo e ci si attende ancora l’eruzione del vulcano, nonostante la portata delle scosse sia diminuita in termini di intensità. Ad ogni modo, spiegano i vulcanologi, l’entità dovrebbe risultare minore rispetto a quanto ipotizzato in precedenza. Sarebbe però abbastanza da porre la cittadina in serio pericolo, data la colata di lava.

Gli esperti riportano che è ancora attivo un fiume di lava di 15 km sotto la penisola. Un’area tra le più quiete dell’Islanda, rimasta inattiva per 800 anni prima dell’eruzione del 2021. Interessanti le parole di Roberto Luigi Pagani, scrittore, divulgatore e ricercatore italiano intervistato da Fanpage, che vive in Islanda dal 2014. Riportando le parole degli esperti, pare che la lava accumulata sotto la penisola superi quella della maggior parte delle eruzioni storiche osservate.

Non vive a Grindavik, bensì nella capitale, dove sono giunte numerose scosse di terremoto. Nulla in confronto con la cittadina evacuata, minacciata dalla lava che si è disposta lungo una faglia che la attraversa. Ora resta il dubbio dell’area dalla quale fuoriuscirà: “Potrebbe accadere anche sotto le case, ma soprattutto non è possibile prevedere per quanto tempo tutto ciò continuerà”.

È stata messa in piedi un’operazione impressionante, evacuando in breve tempo 4mila persone, con sole due strade che escono dal centro abitato, ha spiegato. Una straordinaria organizzazione, come dimostrato dal fatto d’aver concesso una finestra di tempo “sicura” per il recupero dei propri beni. Ora però c’è chi teme di non poter più rivedere la propria casa: “C’è chi dice che Grindavik diventerà una cittadina fantasma, perché questa situazione potrebbe potenzialmente continuare per decenni”.

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