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WhatsApp passo indietro sulla privacy? Cosa è successo

Una nuova dichiarazione di un portavoce di WhatsApp a The Verge fa ulteriore confusione nella già intricata questione della nuova privacy policy dell'app di messaggistica.

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WhatsApp è bravissima a permettere ai suoi 2 miliardi di utenti nel mondo di comunicare tra di loro con chat veloci e semplici da usare, con tanto di crittografia end-to-end, ma lo è molto meno quando è lei che deve comunicare qualcosa di importante a queste persone. La questione, manco a dirlo, è quella della nuova privacy entrata in vigore il 15 maggio.

Nuova privacy che, sin dal suo annuncio ai primi di gennaio 2021, è ben presto diventata una telenovela perché il gruppo Facebook non è stato mai realmente chiaro su una cosa: che succede a chi non accetta le novità? Niente, verrebbe da dire visto che in molti non lo hanno fatto e, al massimo, sono costretti a sopportare l’ormai famoso e fastidioso banner che ci invita a dire sì alla nuova privacy. E niente verrebbe da dire anche a leggere le ultime dichiarazioni rilasciate da WhatsApp alla rivista online The Verge. Ma, allora, perché WhatsApp ha fatto causa al Governo indiano?. Andiamo con ordine.

WhatsApp: non limiteremo l’app a nessuno

Il 7 maggio 2021, in risposta a un tweet lanciato da Press Trust of India, WhatsApp si trovò costretta a rispondere ufficialmente che gli account di chi non accetta la nuova privacy non verranno eliminati né perderanno alcune funzionalità.

Nella stessa dichiarazione ufficiale, però, WhatsApp annunciava un percorso a step che porterà chi non ha accettato a perdere alcune funzioni: “Non sarai in grado di accedere al tuo elenco chat, ma puoi comunque rispondere alle chiamate in arrivo e alle videochiamate. Se hai le notifiche abilitate, puoi toccarle per leggere o rispondere a un messaggio o richiamare una telefonata o una videochiamata persa. Dopo alcune settimane di funzionalità limitate, non sarai in grado di ricevere chiamate o notifiche in arrivo e WhatsApp smetterà di inviare messaggi e chiamate al tuo telefono“.

Intervistato in merito alla questione da The Verge WhatsApp ha aggiunto ulteriori chiarimenti: “Viste le recenti discussioni con varie autorità ed esperti di privacy, vogliamo chiarire che non limiteremo la funzionalità di come funziona WhatsApp per coloro che non hanno ancora accettato l’aggiornamento“.

Poi WhatsApp ha aggiunto: “Continueremo a ricordarlo agli utenti di volta in volta e consentiremo loro di accettare l’aggiornamento, anche quando scelgono di utilizzare funzionalità opzionali pertinenti come comunicare con un’azienda che riceve supporto da Facebook. Speriamo che questo approccio rafforzi la scelta che tutti gli utenti hanno se vogliono o meno interagire con un’azienda“.

Il gruppo Gacebook ha ribadito più volte che la maggioranza degli utenti di WhatsApp ha già accettato la nuova policy, ma si rifiuta di comunicare la percentuale esatta.

Perché WhatsApp fa causa all’India

Nel frattempo, però, WhatsApp sta provando a portare in tribunale il Governo di uno dei Paesi per lei più importanti: l’India, dove ha circa 400 milioni di utenti.

Il motivo di questa citazione in giudizio è la nuova legge indiana che impone agli sviluppatori delle app di messaggistica di rintracciare il mittente originale di un messaggio inoltrato più e più volte. Cosa che, tecnicamente, vuol dire rompere la crittografia della catena dei messaggi.

Secondo WhatsApp tutto ciò lede fortemente la privacy dei suoi utenti. Ma, in realtà, WhatsApp e il Governo indiano sono ai ferri corti già da parecchio tempo. Per la precisione da quando, il 18 gennaio 2021, l’esecutivo di Nuova Dehli ha ha criticato aspramente con una email ufficiale del Ministro della Tecnologia le modifiche alla privacy policy, ritenendole ingiuste e inaccettabili.

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