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2 giugno, le frecce tricolore inquinano? Cosa rilasciano nell'aria

Il fumo delle frecce tricolore è una delle caratteristiche principali di questi velivoli, anche se spesso ci si pone il dubbio sul loro inquinamento

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L'inquinamento delle frecce tricolore Fonte foto: 123RF

Come avviene puntualmente ogni 2 giugno, tutto è pronto per la parata che celebra la Festa della Repubblica Italiana. Uno dei tratti distintivi di questa giornata è senza dubbio quello delle frecce tricolore che volano nei cieli di Roma e accompagnano i momenti più importanti della celebrazione. Nel tempo la gente si è cominciata a chiedere se questi velivoli possano in qualche modo inquinare.

Si tratta dello stesso dubbio che riguarda viaggi e voli aerei, anche se nel caso delle frecce tricolore c’è una maggiore esposizione dal punto di vista mediatico. Anzitutto, bisogna precisare che il loro vero nome è quello di Pattuglia Acrobatica Nazionale, più precisamente il 313º Gruppo Addestramento Acrobatico.

È impossibile non accorgersi come durante i loro voli ci sia un fumo particolare, con le stesse tonalità della bandiera italiana, dunque verde, bianco e rosso. Cosa rilasciano esattamente questi aerei? La scia viene rilasciata direttamente dalla pattuglia tramite un piccolo tubo che si trova nella parte posteriore del mezzo. Secondo quanto riferito dagli esperti, nel tempo si è puntato sempre più su elementi che rispettano l’ambiente per creare il fumo. Nel dettaglio, si sta parlando di olio di vaselina e alcuni pigmenti per ricreare il colore desiderato, tutti non inquinanti. È dunque una soluzione “green” ma qualche tempo fa non era assolutamente così.

Com’erano fatte le frecce tricolore in passato?

Si può fare, ad esempio, un paragone con quanto avveniva negli anni Cinquanta del secolo scorso. Circa settant’anni fa, il fumo delle frecce tricolore inquinava e non poco, visto che era composto essenzialmente da acido solforico e cloridrina solforosa. L’acido è molto utilizzato in ambito industriale e di laboratorio e non è il massimo della vita per la natura. La cloridrina, invece, è corrosiva e viene sfruttata in larga misura nelle reazioni chimiche. Gli aerei del futuro saranno molto diversi da quelli di questo periodo così lontano, ma all’epoca non ci si ponevano problemi.

Polemiche sull’inquinamento

In effetti, la combinazione tra i due acidi veniva impiegata nel corso delle manovre più spericolate delle frecce tricolore, nonostante il pubblico dovesse fare i conti con difficoltà di respirazione e irritazione continua agli occhi. Tornando a parlare degli aerei dei giorni nostri, proprio di recente c’è stata una polemica sul loro utilizzo. L’ex partigiana Lidia Menapace si è scagliata contro le frecce a causa del rumore eccessivo che farebbero e dell’inquinamento provocato, in poche parole un vero e proprio spreco. Il presunto mancato rispetto dell’ambiente, inoltre, ha vietato non molti mesi fa uno dei loro show in occasione del Gran Premio di Monza di Formula Uno.

A questo punto ci si può porre una domanda: perché proprio l’olio di vaselina per la composizione del fumo odierno delle frecce tricolore? È un prodotto usato di frequente per diverse necessità di tutti i giorni, famoso per le proprietà emollienti e lubrificanti. In pratica non è un rimedio naturale al 100%, visto che si ricava dalla lavorazione degli idrocarburi come il petrolio. Dunque è un sottoprodotto del greggio stesso, anche se la sua versione “pura” viene definita “olio bianco” e non è assolutamente cancerogena, anzi è molto utile persino per gli scopi alimentari.