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Addio a Google Podcasts: l'app sparirà a breve

L'app di Google Podcast sta per sparire, ma i contenuti sono salvi: verranno spostati su YouTube Music, che ha una sezione per i podcast

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Google è famosa per la gran quantità di servizi lanciati nel corso degli anni e poi ritirati in seguito a decisioni interne, cambiamenti di mercato o sonori fallimenti. La lista dei prodotti e servizi finiti nel “Google Cemetery” è ormai lunghissima, anche perché Google ha appena compiuto 25 anni e di cose, in un quarto di secolo, ne ha fatte davvero parecchie.

L’ultimo dei servizi di Google che sta per essere fatto fuori è Google Podcasts, che andrà al cimitero “entro il 2024” come ha annunciato Google stessa. L’annuncio, però, contiene anche una speranza per i fan di questo mezzo di comunicazione, sempre in bilico tra la nicchia e la massa.

Addio a Google Podcasts

La fine di Google Podcasts, per la precisione, è la fine dell’app di Google Podcasts, ma non dei podcast di Google. Il titolo del post pubblicato da Google per annunciare la novità, infatti, è molto esplicativo: “Creare una destinazione centralizzata su YouTube Music per i podcast“.

Cioè, in pratica, sparirà l’app di Google Podcasts e tutta la piattaforma di pubblicazione e fruizione di questi contenuti, ma tutto l’archivio sarà spostato su YouTube Music, dove gli autori potranno continuare a pubblicare le proprie opere e gli utenti potranno continuare ad ascoltarle.

Da Google Podcasts a YouTube Music

Il passaggio dei podcast, degli autori e degli utenti da una piattaforma all’altra avverrà tramite una procedura studiata a tavolino per rendere il più indolore possibile il passaggio, sia ai creator che agli ascoltatori.

Per gli utenti ci sarà un vero strumento di migrazione e la possibilità di aggiungere feed RSS dei podcast alla propria libreria YouTube Music, inclusi programmi attualmente non ospitati da YouTube.

Gli utenti potranno anche scegliere una piattaforma di ascolto diversa da YouTube Music e avranno la possibilità di scaricare un file OPML dei propri abbonamenti ai programmi, che potranno poi caricare su un’app che ne supporti l’importazione.

I podcaster, invece, con la migrazione guadagnano gli strumenti di creazione e analisi, i caricamenti RSS e l’enorme visibilità offerti da YouTube Music, che permette tra le altre cose di ascoltare (anche) i podcast anche in background, in macchina (con Android Auto) e offline.

Podcast: due piattaforme sono troppe

Quello dei podcast è sempre stato un mercato difficile. Da anni definiti come “The next big thing” su Internet, in realtà i podcast non sono mai “esplosi” veramente: hanno registrato una costante, ma lenta, crescita anno dopo anno fino al 2022, quando hanno subito il primo stop in USA.

A questa crescita dell’offerta di contenuti da parte dei podcaster e della domanda da parte degli ascoltatori ha corrisposto, negli anni, un’offerta di app e piattaforme abbastanza confusionaria: moltissime app di streaming musicali hanno aggiunto la sezione podcast, ma a volte era un doppione di quanto offerto dalla stessa azienda tramite un’altra app separata.

Google stessa, ad esempio, ammette che circa il 23% degli ascoltatori americani di podcast affermano che YouTube Music (che ha una sezione podcast, aggiuntiva a Google Podcasts) è la loro piattaforma di riferimento. A preferire Google Podcasts, giusto per fare un confronto, è solo il 5% degli utenti.

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