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SCIENZA

Un'antica tomba romana rivela qualcosa di inaspettato

A Türkiye è stata scoperta un'antica tomba romana che ha rivelato qualcosa di inaspettato: qui venivano usati degli strani chiodi magici per respingere i "morti irrequieti"

La morte è il più grande spauracchio dell’umanità: da tempi immemori si cerca un modo per vincerla o, quanto meno, per vincerne la paura. Per questa ragione gli antichi luoghi di sepoltura sparsi in tutto il mondo sono oggetto di studi. Ancora oggi conservano dei reperti che, una volta portati alla luce, ci rivelano molto di più su come nel corso del tempo l’uomo si è rapportato a quella che è la più inevitabile delle conseguenze della vita.

L’ultima scoperta in merito è recente e riguarda un’antica tomba romana rinvenuta nel sud-ovest della Turchia, precisamente nella necropoli orientale di Sagalassos. All’interno di questo luogo di sepoltura, già atipico, sono stati ritrovati dei piccoli oggetti accuratamente sigillati sotto una serie di tegole e uno strato di calce. Ma cos’erano e a cosa servivano?

Il ritrovamento inaspettato nell’antica tomba romana

Come abbiamo accennato, l’antica tomba, che risale al 100-150 d.C, si era già presentata agli occhi di archeologi e studiosi come un luogo di sepoltura atipico. Al suo interno, infatti, non erano presenti le “classiche” tombe a cassone o a sarcofago, ma dei loculi con resti umani cremati. I manufatti presenti sul posto hanno poi rivelato qualcosa di più: invece di usare una pira funeraria, come si faceva quando si optava per la cremazione, per poi raccogliere i resti e spostarli da qualche altra parte, in questa tomba le cremazioni venivano eseguite sul posto.

In sostanza il corpo veniva posto dentro il loculo, bruciato e poi i suoi resti venivano ricoperti dalla terra. Fin qui, niente di stravolgente: per quanto anomala potesse essere la pratica per i tempi, è ancora perfettamente inquadrabile nelle prassi funerarie di diverse popolazioni.

A colpire gli scienziati sono stati invece dei piccoli oggetti, una manciata di chiodi volutamente piegati, posizionati a giro attorno a ogni singolo loculo, ognuno sotto una tegola e ricoperto da uno strato di calce.

Una storia di magia

L’atipicità del luogo di sepoltura, del tipo di trattamento dei corpi e i chiodi, insieme, raccontano una nuova storia. Gli archeologi che hanno effettuato gli scavi e fatto la strana scoperta hanno subito pensato che tutto ciò potesse avere a che fare con dei rituali, ma non era chiaro di cosa si trattasse. Per riuscire a venire a capo della situazione, sono stati chiamati a dare il proprio contributo diversi esperti internazionali provenienti dall’Università di Cambridge, dalla KU Leuven, dal Loyal Belgian Institute of Natural Sciences e dall’Università Cattolica di Lovanio.

Insieme, gli studiosi hanno analizzato il sistema di credenze degli ex abitanti di Sagalassos e hanno dovuto fare un’analisi lunga e complessa per distinguere quelle che erano le credenze religiose da quelle che, invece, erano le convinzioni magico-pagane dei tempi. Il lavoro ha richiesto notevole tempo, perché i documenti dei tempi sovrappongono le pratiche magiche alla religione convenzionale e le fondono persino con i rituali domestici.

Tuttavia, alla fine, è stato possibile stabilire che le sepolture, i manufatti tornati alla luce e la manciata di chiodi avrebbero a che fare con dei riti di magia bianca finalizzati a combattere due profonde paure della popolazione di quei tempi: la possibilità che i morti potessero tornare in vita e quella che le loro anime, separandosi dai corpi, potessero perseguitare i vivi, maledirli o contribuire attivamente a eventuali disgrazie.

Il ruolo dei chiodi

La cremazione dei corpi, dunque, era un modo per impedire il risveglio dei cadaveri e il loro camminare (fisicamente) tra i vivi. E i chiodi? Secondo gli studiosi erano impiegati, molto probabilmente, a mo’ di barriera magica. Come abbiamo già detto, infatti, erano sepolti singolarmente a giro intorno al loculo e questo “cerchio magico”, circondando le ossa e le ceneri avrebbe impedito agli spiriti irrequieti dei morti di fuggire dal terreno per provocare scompiglio.

Anche il fatto che siano stati ritrovati piegati rafforza questa ipotesi, dato che la loro forma richiama quella di un artiglio volto a trattenere qualcosa, a saldarlo bene alla terra. Credenze antiche e poco condivisibili? Probabilmente sì, ma ricordiamoci che, ancora oggi, c’è chi sostiene che i fantasmi esistano davvero. Si può davvero biasimare la paura della morte?