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Gli antichi "demoni" giapponesi esistono davvero: la scoperta inedita

Al buio emanano un bagliore e hanno un aspetto "demoniaco": non sono creature soprannaturali, ma tre nuove specie di recente scoperta.

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Delle piccole creature che emanano un suggestivo bagliore blu-violetto e che nella notte fluttuano con leggiadria nelle acque di fiumi e torrenti, come esseri di un altro mondo. Nessuna presenza spettrale, nonostante le apparenze: quelle scoperti in Giappone sono tre nuove specie di vermi bioluminescenti che ricordano in tutto e per tutto gli antichi “demoni” del folklore locale. Proprio questi, con molta probabilità, hanno ispirato in passato miti e leggende tramandati di generazione in generazione.

Scoperte tre nuove specie di vermi in Giappone

Le tre nuove specie sono state individuate nelle acque poco profonde di fiumi e torrenti in Giappone, grazie al lavoro di Naoto Jimi, assistente professore di Biologia Marina all’Università di Nagoya e al suo team di ricerca. Ciò che ha impressionato gli scienziati è la stravagante e inaspettata somiglianza di questi piccoli vermi setola con le creature demoniache descritte nei racconti folkloristici locali. Come spesso accade, non è raro che miti e leggende prendano le mosse da creature preesistenti che possiedono caratteristiche talmente particolari e insolite da sembrare come appartenenti a un’altra dimensione.

Come si legge nell’articolo pubblicato lo scorso 29 marzo sulla rivista Royal Society Open Science, i nomi dati a ciascuna delle tre specie ricalcano proprio questo legame con il folklore giapponesePolycirrus onibi, Polycirrus aoandon e Polycirrus ikeguchii si riferiscono rispettivamente a onbi, ovvero il fuoco fatuo demoniaco che secondo la leggenda appare ai viandanti sottoforma di piccole sfere di luce fluttuanti, e Aoandon, l’incarnazione del terrore umano che viene rappresentata con le sembianze di una mostruosa donna in kimono bianco dai lunghi capelli scuri e dotata di artigli e corna. Ikeguchi è l’unico “outsider” e si riferisce all’ex direttore dell’acquario di Notojima, che ha dato il suo contributo alla scoperta della specie che porta il suo nome.

I vermi bioluminescenti dall’aspetto “demoniaco”

Appartenenti alla famiglia dei cosiddetti vermi setola, le tre nuove specie di Polycirrus hanno un aspetto del tutto peculiare. Quando fluttuano nelle acque di fiumi e torrenti poco profondi, quasi in superficie, emanano una sorta di bagliore blu-violetto che li fa apparire proprio come i fuochi fatui della tradizione.

Se ciò li rende “demoniaci” e quasi “sovrannaturali”, il resto delle caratteristiche non è da meno: dei tentacoli spuntano dalle loro bocche, gli stessi con cui sondano i sedimenti dei corsi d’acqua alla ricerca di nutrimento. E poi, come se non bastasse, sono vermi policheti (Polychaeta, “la classe filogeneticamente più antica del phylum degli Anellidi, comprendente circa 13.000 specie”, come scrive Wikipedia), creature antichissime che risalgono almeno a 505 milioni di anni fa e capaci, quindi, di sopravvivere a ben cinque eventi di estinzione di massa.

La bioluminescenza è, senza dubbio, ciò che più di ogni altra cosa ha attirato l’attenzione del professor Naoto Jimi e del suo team di ricerca, pronti a studiare e comprendere nel dettaglio il meccanismo che consente la comparsa di questo bagliore etereo, definito nello studio un “tesoro di chimica interessante e insolita”. “La bioluminescenza, un fenomeno ampiamente osservato in organismi che vanno dai batteri ai metazoi – si legge nello studio -, ha un impatto significativo sul comportamento e sull’ecologia degli organismi“. E ancora: “Intendiamo utilizzare le nostre scoperte per approfondire la nostra comprensione della natura molecolare di questo fenomeno e applicare questa conoscenza allo sviluppo di nuove tecnologie per le scienze della vita”.