Apple di nuovo sotto accusa per gli AirTag: sono ottimi per gli stalker
Due donne hanno intentato causa contro Apple per avere messo in vendita il piccolo dispositivo di tracciamento senza preoccuparsi della sicurezza
Apple non ha pace per il suo AirTag, che da quando è stato lanciato dalla casa di Cupertino con tutte le migliori intenzioni, ha visto troppo spesso un utilizzo improprio, in certi casi addirittura da codice penale.
AirTag nasce con l’idea di aiutare le persone a non perdere i propri oggetti. Attaccando questo piccolo dispositivo su un mazzo di chiavi, ad esempio, tramite l’app associata è possibile geolocalizzarle dove si trovano e recuperarle in attimo in caso di smarrimento. Come si può intuire, questo piccolo dispositivo si presta anche ad altri utilizzi, molto meno legali.
Infatti sono ormai decine le segnalazioni di donne che sono state seguite da mariti o fidanzati gelosi che hanno seguito i loro spostamenti grazie a un AirTag nascosto nell’auto o nella borsa della malcapitata. Le più recenti di queste denunce arrivano dagli Stati Uniti, dove due donne hanno denunciato Apple per aver messo in vendita, a loro dire, un prodotto pericoloso minimizzando i rischi che il suo utilizzo improprio comporta.
Apple AirTag, il preferito dagli stalker
La prima di queste donne, Laura Hughes, ha intentato una causa contro Apple per essere stata perseguitata dal suo ex fidanzato che ha posizionato un AirTag in uno pneumatico della sua auto. Secondo la denuncia fatta dalla Hughes al Tribunale Distrettuale della California, l’ex ha seguito i suoi gli spostamenti anche dopo il ritrovamento dell’AirTag sull’auto.
L’uomo avrebbe seguito gli spostamenti della donna anche quando questa ha cambiato casa. Quindi un secondo AirTag, nascosto chissà dove, ha consentito allo stalker di avere sempre sotto controllo i movimenti della sua ex.
La seconda denuncia arriva da una donna divorziata, che ha spiegato che il suo ex marito ha nascosto un AirTag nello zaino del figlio per seguire i suoi spostamenti. Dopo aver disabilitato un primo AirTag ritrovato, secondo quanto denunciato dalla donna, ne è stato utilizzato un secondo non ancora ritrovato.
Le due donne che hanno intentato questa causa contro Apple intendono essere risarcite dalla casa di Cupertino per tutto quello che hanno dovuto subire per colpa dell’AirTag.
Apple sa del problema
Apple lo scorso febbraio, dopo innumerevoli segnalazioni simili a queste, ha aggiornato le politiche di privacy e le funzionalità legate alla sicurezza dei suoi AirTag. Tra queste nuove misure, Apple avvisa gli utenti che lo stalking è perseguibile penalmente e che le forze dell’ordine possono accedere alle informazioni personali di chi attiva l’AirTag.
Inoltre l’utente ora può essere avvisato se un AirTag non abilitato da lui stesso lo sta seguendo. E per gli utenti Android è stata rilasciata una app che consente di rintracciare eventuali AirTag nelle vicinanze. Però questa scansione avviene solo se si preme un tasto sull’app, e non è in background come avviene sull’app di un dispositivo iOS.
Infatti le due donne stolkerate spiegano che “sebbene Apple abbia integrato delle misure di sicurezza nel prodotto AirTag, sono terribilmente inadeguate e fanno poco o niente per avvertire prontamente le persone se vengono monitorate“.