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Apple e Samsung multate: invecchiano gli smartphone con aggiornamenti

L'Antitrust del nostro Paese ha riconosciuto colpevoli le due aziende di invecchiare artificialmente i loro smartphone. Per loro multe multimilionarie

Batterie iPhone Fonte foto: Shutterstock

In Francia, un paio di anni fa, hanno approvato una legge ad hoc per vietare comportamenti di questo genere. Un tentativo analogo si fece in Italia nella scorsa legislatura, senza troppo successo. Oggi arriva la decisione dell’Antitrust che multa Apple e Samsung per obsolescenza programmata.

In parole povere, secondo l’autorità che difende la concorrenza i due giganti mondiali dell’hi-tech avrebbero messo in atto delle azioni tese a invecchiare artificialmente i loro dispositivi – o costruirli in modo che si rompano dopo qualche anno di utilizzo – e costringere così gli utenti ad acquistarli nuovamente. Questo comportamento ha portato l’Antitrust a multare Samsung per 5 milioni di euro ed Apple per 10 milioni di euro (la casa di Cupertino riceve una sanzione più elevata poiché non ha correttamente informato gli utenti della deteriorabilità delle sue pile al litio) con una decisione unica nel suo genere in tutto il mondo.

Che cos’è l’obsolescenza programmata

Quando si parla di obsolescenza programmata ci si riferisce, come detto velocemente nell’introduzione, a tutte quelle pratiche e quelle strategie produttive messe in atto dalle aziende per rendere i dispositivi elettronici delle “bombe a tempo”. Utilizzando particolari materiali e adottando delle specifiche tecniche realizzative e/o manutentive, le aziende possono causare malfunzionamenti o rallentamenti tali da indurre gli utenti a non utilizzare più il loro dispositivo e acquistarne uno nuovo. Insomma, l’aspettativa di vita di smartphone, TV ed elettrodomestici vari sarebbe ridotta artificialmente, per favorire la vendita di nuovi prodotti.

Cosa hanno fatto Apple e Samsung per essere multate

Stando a quanto stabilito dall’Antitrust italiana, Apple e Samsung avrebbero rilasciato degli aggiornamenti software che “hanno provocato gravi disfunzioni e ridotto in modo significativo le prestazioni” degli smartphone, costringendo così gli utenti ad acquistare nuovi modelli, anche se i loro vecchi dispositivi erano ancora funzionanti. In particolare, Apple e Samsung avrebbero adottato questa pratica nel 2016 per rallentare le prestazioni del Galaxy Note 4 e degli iPhone 6/6 Plus e iPhone 6S/6S Plus. Forzando gli utenti a scaricare gli aggiornamenti del sistema operativo senza fornire loro adeguate informazioni, avrebbero reso inutilizzabili (o quasi) i loro smartphone, forzandoli di fatto ad acquistarne uno nuovo.

Apple, come detto, non avrebbe neanche avvisato gli utenti della deteriorabilità delle batterie al litio montate da questi stessi smartphone che, sollecitate dai nuovi sistemi operativi, avrebbero minato la piena funzionalità dei melafonini.