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Apple prepara batterie rivoluzionarie per gli iPhone

Quando Apple troverà una nuova chimica per le batterie, allora gran parte della sua gamma farà un enorme passo avanti: per questo a Cupertino ci lavorano dal 2018

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Uno dei pochi punti deboli degli Apple iPhone è, da diversi anni, la batteria: poiché Apple cerca sempre di creare telefoni dal design accattivante e dal peso contenuto, infatti, è ogni anno costretta ad utilizzare batterie dalle dimensioni e dalla capacità inferiori rispetto alle batterie tipiche dei top di gamma Android.

Apple non dichiara mai la capacità delle batterie dei suoi telefoni, ma questo dato salta fuori puntualmente in occasione dei primi “teardown“, cioè i video nei quali si vede un iPhone smontato con tutta la componentistica in bella vista. L’attuale top di gamma iPhone 15 Pro, ad esempio, ha una batteria da soli 3.274 mAh, contro i 4.000-4.500 mAh medi di uno smartphone di alta gamma Android.

Gli iPhone si difendono comunque bene, grazie ad una sostanziale assenza di multitasking e all’ottimizzazione del sistema operativo, ma per alcuni utenti l’autonomia è comunque un problema. Apple lo sa, anche se non lo dice, e secondo il giornale online coreano ETNews è al lavoro su una nuova batteria già dal 2018.

Nuova batteria iPhone: come sarà

Lo scopo di Apple è quello di creare in casa entro il 2025 le proprie batterie, per ottimizzare ulteriormente la sua catena dei fornitori. Esattamente come già fatto con i chip principali, ingegnerizzati da Apple e prodotti fisicamente da TSMC, così Apple sta studiando una nuova batteria proprietaria da farsi produrre da qualcun altro.

L’obiettivo sarebbe quello di accumulare più energia in meno spazio, in modo da non compromettere design e peso e, allo stesso tempo, aumentare drasticamente l’autonomia. Si tratta del sogno di chiunque studi le batterie, non solo di Apple.

L’unico modo per ottenere questi risultati è trovare una nuova formula chimica per i due elementi principali della batteria: il catodo e l’anodo, cioè i poli positivo e negativo dell’accumulatore. Nichel, cobalto, manganese, alluminio, grafite, sono i materiali oggi più utilizzati per le batterie.

Apple, invece, starebbe lavorando a materiali avanzati: i nanotubi di carbonio. In teoria i nanotubi di carbonio possono aumentare fino a 3 volte la quantità di energia contenuta in una batteria, fino a 10 volte la potenza di ricarica e di scarica e fino a 5 volte la durata dell’accumulatore.

Si tratta, però, di valori teorici che fanno capire, tuttavia, che una eventuale produzione su larga scala di batterie a nanotubi di carbonio potrebbe rappresentare una vera e propria rivoluzione rispetto alla tecnologia oggi disponibile.

Apple vuole chiudere il cerchio

La gran parte dei prodotti più venduti di Apple va a batteria: iPhone, Apple Watch, iPad, MacBook e AirPods sono tutti dispositivi alimentati a batteria, mentre solo iMac, Mac Mini, Mac Studio, Mac Pro (e chiaramente i monitor Studio Display e ro Display XDR), HomePod e Apple TV sono alimentati dalla rete elettrica.

Di conseguenza, è facile capire come l’enorme investimento necessario a rendersi indipendenti per le batterie possa avere delle ricadute positive su gran parte della produzione del gigante di Cupertino, motivo più che sufficiente per spendere miliardi per ottenere questo risultato.

Anche perché all’orizzonte c’è la prossima rivoluzione di Apple: quella della realtà aumentata, virtuale e mista. Cioè quella che passa per Apple Vision Pro, il nuovo visore che, guarda caso, per questioni di design, leggerezza e comodità d’uso ha una batteria esterna e non integrata.

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