L'anno è iniziato con due segnali di allerta preoccupanti per il cambiamento climatico
Gli scienziati lanciano l'allarme per le condizioni climatiche in Antartide, e in Europa l'anno è iniziato con pericolose inondazioni: cosa dobbiamo aspettarci?
Mentre ci lasciamo alle spalle i festeggiamenti per l’ingresso in un nuovo anno, gli scienziati lanciano il primo allarme del 2024: i cambiamenti climatici sono una realtà drammatica e le loro conseguenze non fanno sconti nemmeno in periodo di vacanze. In Antartide, nuovi studi dimostrano che la situazione continua a peggiorare rapidamente. E in Europa si sono verificate pericolose inondazioni che suscitano serie preoccupazioni. Ecco cosa dobbiamo aspettarci.
La drammatica situazione in Antartide
Due segnali d’allarme aprono il 2024 e tornano rapidamente a puntare l’attenzione sul riscaldamento globale. La prima preoccupazione riguarda l’Antartide, dove ormai da anni la situazione è in grave peggioramento e ora il declino sembra più veloce che mai. Nel 2022 si è verificata l’ondata di caldo più grande mai registrata, che ha provocato un calo record del ghiaccio marino. L’anno seguente, d’altra parte, abbiamo avuto una scia di temperature ben oltre la media che si è trascinata per mesi e che ancora fa sentire i suoi effetti (questo è uno degli inverni più caldi che abbiamo mai vissuto).
Ciò che sta accadendo da qualche anno a questa parte ha gravissime ripercussioni sull’Antartide. Un’indagine condotta dai ricercatori del British Antarctic Survey, ad esempio, ha evidenziato come la riduzione del ghiaccio galleggiante abbia ucciso migliaia di nuovi esemplari di pinguino imperatore, causando quello che hanno chiamato un “catastrofico fallimento riproduttivo”. Mentre uno studio pubblicato su Nature ha ipotizzato che l’acqua di scioglimento delle calotte glaciali potrebbe rallentare drasticamente le correnti oceaniche profonde.
Quali sono gli effetti di questi drammatici eventi? Sono molto più numerosi e vari di quello che potremmo a prima vista pensare. Le correnti atlantiche, ad esempio, influenzano notevolmente la formazione di perturbazioni che a loro volta hanno un grande impatto sul meteo in tutto il mondo. D’altra parte, sono anche responsabili dell’ossigenazione delle acque profonde e della risalita di sostanze nutritive: se questi fenomeni si interrompono, a risentirne è l’intera catena alimentare marina. E di conseguenza anche la nostra economia ittica, cosa che metterebbe a rischio milioni di persone che su esse fondano la propria sussistenza.
Le inondazioni in Europa
Se in Antartide la situazione continua ad essere drammatica, non dobbiamo allontanarci di molto per vedere gli effetti dei cambiamenti climatici. Proprio a cavallo tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024, diversi Paesi dell’Europa centrosettentrionale sono stati colpiti da forte maltempo, con pesanti alluvioni e inondazioni molto pericolose. A Budapest, ad esempio, il Danubio ha superato gli argini e ha raggiunto il livello d’acqua più alto da oltre 10 anni a questa parte. Anche l’Elba e il Reno hanno toccato livelli critici, facendo scattare l’allerta in decine di località in Germania e nei Paesi Bassi.
Le alluvioni, con il conseguente rischio di inondazioni per via della troppa acqua che si riversa nei fiumi, sono una delle conseguenze del riscaldamento globale. Il clima è ormai in balia di eventi che non riusciamo a prevedere e secondo gli esperti la situazione non potrà che peggiorare. Diversi studi hanno rivelato che, nel corso dei prossimi anni, i fenomeni cataclismatici saranno sempre più frequenti e più intensi, provocando gravi danni a cose e persone. Forse è ormai troppo tardi per invertire la rotta?